MONTEMONACO – «Ministro Salvini, la burocrazia sta per distruggere l’attività per la quale ci siamo impegnati tutta la vita e che dà da vivere non solo a noi, ma anche ad altre dodici famiglie. Ha promesso di intervenire per dare slancio al post terremoto: lo faccia subito, ci aiuti, altrimenti dovremo andarcene». Il grido d’allarme è di Angelo Tuccini che gestisce a Montemonaco ‘La bottega della cuccagna’, dove prima del terremoto del 2016 arrivava gente da ogni parte d’Italia per acquistare prodotti della norcineria: salumi, formaggi (il famoso ‘trombarolo’), le lenticchie apprezzate anche da papa Francesco, il pane con il lievito madre di Amandola, il miele e la pasta di Montefortino, tartufi, funghi porcini.
La scossa del 30 ottobre 2016, proprio mentre stava iniziando la ‘Castagnata’ a Montemonaco, ha costretto a chiudere il negozio, ma i Tuccini non vogliono arrendersi. «Io, mia moglie Cinzia, le nostre figlie Marica di 20 anni e Rachele Maria 9, mio fratello Antonio vogliamo restare a Montemonaco». Tutta la famiglia allora ha deciso di gestire l’attività con un negozio mobile, restando in zona. «Ho pensato innanzitutto ad una casetta, ma non è stata ritenuta idonea dal Comune di Montemonaco. Allora sono andato a Biella e ho speso 50 mila euro per una struttura mobile, più bella» racconta Angelo, ma i problemi non si sono risolti. «Abbiamo fatto richiesta di occupazione suolo pubblico per circa trenta metri quadri al Comune, ma nonostante siano passati tre mesi non l”hanno ancora accolta; mi dicono che è un problema di burocrazia, che devono fare un bando, che non ci siamo solo noi».
La burocrazia di cui ha parlato nei giorni scorsi Salvini a Fermo sta colpendo ‘La bottega della Cuccagna’ e non solo. «Non chiediamo un locale, ma solo un posto all’aperto, per altro defilato, per lavorare noi, per far lavorare i nostri collaboratori. Noi portavamo la gente nel nostro territorio – prosegue Angelo Tuccini -. Giro l’Italia coi miei prodotti e mi chiedono perché non riapriamo nel nostro paese, è anche la gente di Montemonaco che ci chiede di tornare a vendere lì’, perché sa che la nostra presenza fa bene a tutti, perché se ci fermiamo noi, si ferma anche l”indotto. Ma non ci è concesso, purtroppo, siamo costretti a tenere ancora chiuso il van che abbiamo acquistato ed è assurdo; è bene – conclude – che questo Governo lo sappia e intervenga al più presto».