SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Project Piscina. «Appare incomprensibile la soddisfazione dell’amministrazione comunale per la sentenza sul project financing della Piscina Comunale Gregori (LEGGI QUI). Infatti il Tar ha rinviato la decisione relativa alla compatibilità urbanistica dell’intervento per cui non si comprende il motivo di tale soddisfazione, dovendo l’amministrazione fornire tutti i necessari chiarimenti al riguardo». Così Giorgio Mancini e Luca Spadoni, ex Articolo 1, nel commento alla soddisfazione dell’amministrazione comunale sulla sentenza del Tar in merito al contenzioso sul project financing della Piscina Gregori.
«Ciò che ci interessa sottolineare – continuano – è un ulteriore aspetto della questione. Se infatti del tutto legittimamente e doverosamente le società sportive hanno percorso la via giudiziaria, diverso deve essere il ragionamento per le forze politiche di opposizione. Queste infatti non possono derubricare la questione del project della piscina ad una mera questione di legittimità formale della procedura intrapresa dal Comune, perchè anche laddove il TAR nel prossimo febbraio dovesse respingere integralmente il ricorso proposto dalle società sportive, rimarrebbe intatta la questione politica di fondo sottesa alla scelta effettuata dell’amministrazione comunale».
Ancora Mancini e Spadoni: «In altre parole se anche il Tar dovesse dare il sigillo della piena legittimità e correttezza formale all’azione dell’amministrazione comunale, rimarrebbe tutta l’erroneità di una scelta politica che porta alla brutale privatizzazione di un servizio pubblico. Su questo, più che sugli aspetti formali oggetto del giudizio di fronte al TAR Marche, avrebbe dovuto e dovranno per il futuro concentrare la propria attenzione le forze politiche di opposizione».
Insistono: «Il project financing relativo alla ristrutturazione della piscina comunale è e rimane una scelta sbagliata per motivazioni tutte politiche, e cioè perchè comporta l’affidamento ai privati per trenta anni di un servizio che invece deve rimanere pubblico e su questo non ci può essere nessuna sentenza del Tar o di qualsiasi altro organo che potrà ‘assolvere’ l’amministrazione Piunti. E soprattutto va posta maggiore attenzione sul fatto che la privatizzazione della piscina comunale è solo l’episodio più eclatante di un processo di progressiva privatizzazione dei servizi e beni pubblici (si pensi all’asilo nido di Via Mattei affidato ad una cooperativa privata, al Concordia gestito da un cinema parrocchiale, alla concessione gratuita a privati di spazi pubblici e con scopo di lucro – cocktail festival, autoscontro, ecc.-, vendita di immobili comunali -Scuola Curzi in primis-, ultima chicca l’affitto della gloriosa Palazzina Azzurra ad un’azienda privata), che è il vero segno caratterizzante – concludono Mancini e Spadoni – l’attuale amministrazione e che deve essere con maggiore forza e decisione osteggiato e combattuto dall’opposizione cittadina».