SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Querelle sul campo di paddle del Centro Sportivo Eleonora. Se n’è discusso sui giornali, se n’è parlato nell’assemblea pubblica del quartiere Porto d’Ascoli Centro nella parrocchia Cristo Re, è stato dibattuto nel Consiglio comunale sul bilancio. Se ne parla ancora. Diamo spazio ad Manuela Casciotti che ha seguito la vicenda sin dall’inizio ed è anche intervenuta all’assemblea del quartiere (foto).
Si presenta. «Io sono una semplice cittadina, da più di 25 anni impegnata nel sociale – racconta Casciotti – in diverse realtà della mia città e del mio quartiere. Sono nata in via Turati e cresciuta a Porto d’Ascoli. Nella città in cui vivo ho assistito ai vari cambiamenti urbanistici, sia del residenziale che del verde e a tal proposito sono orgogliosa di essere stata uno dei soci fondatori dell’Associazione Truentum, un associazione di volontari nata per promuovere, realizzare e gestire il Parco Eleonora».
Preambolo. «Durante un incontro di 4 anni fa, due giovani imprenditori – spiega Casciotti – vennero a presentare il progetto per un centro sportivo da realizzare nella zona a sud del Parco. Portarono un plastico con cui ci fecero vedere cosa avrebbero realizzato, ci dissero che i bambini del quartiere avrebbero avuto accesso a un campo dalle 8 alle 16 tutti i giorni e che un campo da calcetto sarebbe stato coperto con pallone pressostatico, così che l’istituto comprensivo statale “SUD” avrebbe potuto usufruirne nei mesi invernali durante l’orario scolastico. Addirittura avrebbero sistemato il parco bau adiacente il centro sportivo e le strutture sarebbero state “green” in materiali ecologici. Eravamo tutti contentissimi di aver contribuito a migliorare la vita del quartiere».
Ma poi. «Il centro sportivo viene inaugurato nel giugno 2016 dalla nuova amministrazione, che aveva votato in blocco contro quel progetto durante il Consiglio comunale: da quel momento iniziano le dolenti note. Il campo disponibile per i bambini del quartiere non c’è mai stato, il pallone pressostatico rinviato. La pubblica utilità per la quale era stata fatta la gara d’appalto non si è mai verificata».
Tempi moderni. «Siamo arrivati al mese di ottobre del 2018, data in cui con delibera di giunta, viene chiesto dall’amministrazione di fare un campo di paddle in sostituzione della copertura di un campo di calcetto. Venuta a conoscenza dei fatti ed essendomi sentita presa per i fondelli proprio dall’amministrazione comunale, che dovrebbe tutelare la città che governa, contatto Tonino Capriotti chiedendogli di fare verifiche e accertamenti sulla regolarità di questa delibera. Il consigliere comunale fa sua la vicenda e chiede un’interpellanza durante il primo Consiglio comunale utile».
L’assemblea pubblica nella parrocchia Cristo Re. «Durante l’assemblea pubblica di quartiere del 18 marzo, mi sono alzata per esternare tutta la mia disapprovazione e perplessità sull’operato della giunta, che di fatto ha seppellito la pubblica utilità in nome del pubblico interesse. Il vice sindaco mi ha più volte ribadito che non c’è stata alcuna modifica sostanziale o considerevole dei punti essenziali della gara di appalto».
Considerazioni finali. «Quindi, riassumendo, il pubblico interesse sovverte la pubblica utilità, si delibera una sostituzione che di fatto non esiste, ma si è aggiunto un ulteriore campo a quelli esistenti ossia si è costruito su un’area verde preesistente contemplata nel bando e infine l’equilibrio tra interesse pubblico e privato è stato squilibrato tutto a favore di quest’ultimo con il maggior introito, che porterà il nuovo campo. Se non sono Sostanziali e considerevoli queste modifiche, non so cosa possa esserlo.
Una cittadina qualunque».