GROTTAMMARE – Fabio Agostini e Simone Capponi, rispettivamente il papà della bambina investita da una bicicletta nell’estate 2018 sul lungomare di Grottammare ed il figlio di una signora che fu vittima di un incidente, sempre causato da una bicicletta nel 2013, hanno presentato un’istanza al Comune per denunciare la pericolosità del lungomare cittadino.
«Avendo entrambi notato il perdurare di comportamenti pericolosi da parte di un numero consistente di ciclisti – spiegano Agostini e Capponi – che percorrono il lungomare di Grottammare (tutto il lungomare, dal nuovo tratto a ridosso del Tesino, sino alla Pista ciclo/pedonale Grottammare-Cupra) a velocità folle zigzagando irresponsabilmente tra famiglie, passeggini, bambini, anziani, molto spesso con auricolari nelle orecchie ed entrambe le mani impegnate sullo smartphone invece che sul manubrio, e dovendo ambedue rimarcare che, a nostro modesto avviso, l’attività volta a prevenire rischi ed incidenti causati da comportamenti non idonei dei ciclisti continua ad essere scarsa o inesistente, abbiamo deciso insieme di scrivere questa missiva e accompagnarla da una Istanza presentata all’Ufficio Protocollo affinché la problematica possa essere inserita e discussa nel Consiglio Comunale che si terrà a luglio».
Il regolamento comunale prevede che vengano raccolte trecento firme affinché una istanza possa giungere in consiglio. «Pensiamo però che sia giunto il momento di non rinviare più la discussione di una tematica che riguarda la sicurezza e l’incolumità di cittadini e turisti, specie alla luce del recente incidente avvenuto a San Benedetto del Tronto dove una bambina di 9 anni investita da una bicicletta ha riportato un trauma cranico, con il ciclista che, come avvenne lo scorso anno a Grottammare, si è poi dato alla fuga».
Le piste ciclabili non sono più contrassegnate, costa troppo la vernice? In zona campi da tennis la ciclabile è dall’altra parte, quella delle antiche palazzine, qualcuno se ne è accorto? Non c’è segnaletica, ma i tavoli delle gelaterie e le motociclette parcheggiate si! I pedoni non potrebbero entrarvi, ma non si capisce che è una ciclabile! La ciclabile zona “terrazze” è stata ricavata sul marciapiede, dove aprendo lo sportello, dovrebbero scendere anziani donne bambini e disabili. Sullo stesso tratto di lungomare è consentito il parcheggio sia a destra che a sinistra, i pullman vuoti si incastrano, fumando nero, mentre a 100 metri di distanza dietro le terrazze c’è un enorme parcheggio sempre vuoto e non segnalato! Gli attraversamenti ciclabili del lungomare sono contrassegnati come fine pista da una parte e ciclabile dall’altra. Le strisce pedonali attraversano la strada, ma non sono sulle ciclabili. La ciclabile che dal lungomare porta alla pineta Ricciotti esiste solo sulle mappe turistiche di Grottammare. La ciclabile della stessa pineta Ricciotti è usata dai turisti come marciapiede perchè non c’è piu’ segnaletica e non ha piu’ sbocchi verso la piazza della stazione ferroviaria, perchè quella che era l’uscita è stata occupata per un parcheggio disabili. Nelle zone ciclo-pedonali i bagnanti occupano passeggiando tutto lo spazio. Non c’è più spazio per le bici: chiudete le strade al traffico automobilistico, lasciate spazio alle biciclette! Prendetevela con l’amministrazione comunale, non coi ciclisti. E per voler andare fuori tema: le barriere architettoniche, contro cui è stato adibita una apposita mail nel sito comunale, sono create dagli scooter parcheggiati ovunque e mai multati. Gli scooter sono parcheggiati anche in zona pedonale. Sicuro che non mi leggerà nessuno, grazie della disattenzione.
…e siccome non mi leggerà nessuno vorrei aggiungere che è vero che ci sono ciclisti che si comportano male e nessuno li ferma, ma è anche vero che ci sono genitori che lasciano giocare i figli piccoli sulle ciclo pedonali senza guardarli, anche perchè senza alcuna segnaletica, alcuni sono convinti che si tratti soltanto di zona pedonale, ma altri guardano lo smartphone senza guardarsi intorno. Per forza che i ciclisti vanno zig-zagando, i pedoni attraversano in obbliquo senza guardare perchè guardano il telefonino o hanno cuffiette alle orecchie e non sentono nemmeno il campanello. Manca l’educazione stradale, anche da parte del pedone, sulle strade siamo un popolo di incivili e maleducati. Non parliamo poi degli automobilisti: nessuno si ferma alle strisce pedonali o sugli attraversamenti ciclabili, accelerano per non far passare. Io non riesco a capire perchè nei negozio o in altri spazi siamo cortesi e lasciamo passare, salutiamo, aiutiamo il vecchietto, ma sulle strade diventiamo incivili.
Caro Piergiorgio, grazie del primo commento dove hai messo in risalto “mancanze” che potrebbero essere facilmente sanate
Relativamente al secondo, o seconda parte, ho di dubbi riguardo a quel che scrivi. Il primo e’ personale: quando hanno investito mia figlia era ad una distanza di 2-3 metri da me, in un’area che verosimilmente e’ solo pedonale (stando agli atti del comune secondo i quali vi e’ un espresso divieto al transito delle biciclette), non avevo cuffie o auricolari, e non avevo con me un cellulare tanto che ho dovuto chiedere a passanti di chiamare l’ambulanza.
Il secondo riguarda la “convivenza” velocipedi/pedoni in aree promiscue. Esistono al riguardo regole (Codice della Strada e Decreti) che stabiliscono che, a seconda delle circostanze, le bici o devono essere portate a mano, o non devono superare i 10Km/h (che sono circa 2.75 metri al secondo) per cui capisci che lo zigzagare e’ sintomatico di velocita’ superiori a quelle consentite
Quello che la lettera e l’Istanza presentata hanno lo scopo, non certo la pretesa, di fare in modo che in un’area pedonale, ci possa essere un controllo da parte delle forze dell’ordine volto a far rispettare determinate regole e non certo cercare di imporre un divieto tassativo in quanto sarebbe una sconfitta per me, tanto quanto lo sarebbe per l’amministrazione.
Vedere biciclette da corsa sfrecciare a 30 km/h in un’area pedonale, indossando cuffie, non e’ normale: fai circa 9 metri in un secondo e i bambini sono imprevedibili (basta averne uno per capire). Quindi se si vuole, o se non ci si vuol curare di comportamenti pericolosi per l’incolumita’ non solo dei bambini, ma un po’ di tutti, in un’area pedonale, la si trasformi in ciclabile (ma anche li’ esistono limitazioni) e buona notte
Va sempre tenuto a mente che una pista ciclabile non e’ sinonimo di velodromo. Sulla pista ciclabile puoi incontrare anziani e bambini in bici, e vedere chi sembra fare allenamento per le olimpiadi sfrecciarti vicino e’ pericoloso, ed e’ per questo che esistono limitazioni anche sulle piste ciclabili.
Poi e’ chiaro, le opinioni sono personali, ognuno ha le sue e certo non sta a me farle cambiare alla gente, ma personalmente un po’ di controlli e severita’ con eventuali sanzioni, farebbe subito rientrare in parte la problematica evitando rischi, perche’ gli incidenti a volte accadono nonostante tutte le precauzioni
Fabio, non mi riferivo certo a Lei sul discorso di genitori distratti, sono perfettamente d’accordo in tutto quello che Lei scrive. E’ certo poi, che un genitore distratto, non da licenze ai ciclisti, massima attenzione soprattutto in quel caso! Quello che manca di più sulle strade è il rispetto per gli altri!