MONTEGALLO – Com’è noto il piccolo comune marchigiano in provincia di Ascoli Piceno rientra fra i 120 che dal 1° luglio 2022 dovrebbe usufruire della banda larga 5G a cura degli operatori privati “Telecom Italia Mobile”, “Vodafone” ed “Iliad”.
I comuni interessati hanno preso posizione in merito, ma in questi giorni è intervenuta anche la Codacons (Associazione a difesa dei consumatori) che vuole vederci chiaro e chiede lo stop alla installazione delle antenne 5G su tutto il territorio nazionale.
Dopo aver presentato alcuni giorni fa un esposto alle procure della Repubblica, con la richiesta di aprire al più presto delle indagini per vagliare i rischi della salute connessi al 5G, l’Associazione dei consumatori ha intrapreso una vera e propria crociata contro la nuova tecnologia di telefonia mobile.
Alla base della campagna del Codacons la mancanza di prove ed evidenze scientifiche che escluderebbero a priori la pericolosità del 5G per la salute umana. Questa tecnologia, infatti, lavora su frequenze completamente differenti rispetto al 4G LTE e al 3G e richiede l’installazione di molte più antenne per coprire la stessa porzione di territorio. Per questo motivo, il Codacons chiede misure precauzionali per impedire che i cittadini vengano esposti a inutili pericoli.
Le iniziative del Codacons: L’Associazione a tutela dei consumatori ha scritto a tutti i 7.914 comuni italiani, chiedendo a tutti i Sindaci di bloccare e rifiutare la sperimentazione 5G sui loro territori.
Allo stato attuale, le evidenze scientifiche non sono in grado di assicurare con assoluta certezza l’assenza di rischi sul fronte sanitario per i cittadini. In tali situazioni si applica quindi il principio di precauzione che pone come interesse primario la tutela della popolazione, anche perché i sindaci sarebbero i primi soggetti chiamati a rispondere di eventuali danni prodotti da strutture tecnologiche autorizzate dalle amministrazioni.
I Sindaci che faranno loro la protesta contro la sperimentazione e la diffusione del 5G saranno premiati con il riconoscimento “Amico del consumatore”, fiore all’occhiello del Codacons che da molti anni premia le personalità del mondo civile, politico, imprenditoriale e dello spettacolo che più si sono distinte nel campo della difesa degli utenti.
La situazione a Montegallo: Il Comune di Montegallo ha emesso con una delibera consiliare del 5 luglio 2019 n.23 una moratoria sulla sperimentazione a banda larga e ultra larga 5G per tutto il territorio comunale in attesa dei risultati dei laboratori di ricerca medica internazionali sulla incidenza delle onde magnetiche della 5G sulla salute umana.
Ed invero, il 5G si basa su microonde e radiofrequenze più elevate rispetto ai precedenti standard tecnologici, e questo comporta due implicazioni: 1) maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite e una minore penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la necessità di un maggior numero di ripetitori (a parità di potenza) per garantire il servizio.
I piccoli comuni inseriti nella sperimentazione. Molti comuni interessati hanno partecipato però già a fine giugno ad una mobilitazione di protesta, raccogliendo le firme per impedire la installazione delle antenne. In tutto a fine giugno 2019 sono state raccolte 26.000 firme, e in 60 istituzioni italiane tra Regioni, Province e Comuni si è palesato un indirizzo di cautela. I 120 Piccoli Comuni da nord a Sud hanno partecipato ad un flash mob e ci sono stati presidi persino in spiaggia, nei lidi di Cervia (Ravenna) e Caorle (Venezia).
E’ stata la prima volta che in Italia si organizza una simile mobilitazione simultanea e tutto per dire un deciso Stop al 5G.
Gli obblighi di copertura del 5G, secondo quanto disposto da una delibera dell’Agcom, dovranno avvenire entro il 1° luglio del 2022. La nota dell’agenzia precisa che “non si tratterà di una sperimentazione 5G, bensì dell’offerta di servizi commerciali” in particolare di Telecom Italia Mobile, Vodafone e Iliad, in veste di aggiudicatari del servizio.
Una delle situazioni più sorprendenti, però, riguarda il fatto che i 120 comuni selezionati non sapevano nulla circa l’essere entrati nell’elenco degli sperimentati. La notizia di essere stati “sorteggiati” per la sperimentazione è stata appresa praticamente dai giornali.
Nelle Marche i comuni individuati per la sperimentazione sono tre: Genga (Ancona), Monte Grimano Terme (Pesaro e Urbino), Montegallo (Ascoli Piceno)
Il mancato avviso alle popolazioni e agli amministratori dei comuni interessati ha destato sospetto. Nel campo della ricerca medica si sa infatti che i campi elettromagnetici emanati dai dispositivi elettronici perennemente connessi a internet producono vari disturbi e effetti negativi in caso di uso prolungato tra cui il mal di testa, difficoltà di concentrazione, problemi di sonno, depressione, mancanza di energia, stanchezza, sintomi simili all’influenza ed altro.
Si auspica che verranno prese iniziative concrete da parte dei vari comuni oltre al flash-mob per scongiurare le serie conseguenze che l’inquinamento elettromagnetico a banda larga e ultra larga potrebbe causare alla salute umana, o quantomeno che la sperimentazione 5G venga rimandata in attesa dell’accertamento definitivo di eventuali danni alla salute umana derivanti da questa ultima trovata della tecnologia.
(Annalea Vallesi)