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Economia

Pensioni di reversibilità, nel 2024 cambia tutto quanto: il ricalcolo fa cadere ogni certezza

Nel 2024 cambia tutto per le pensioni di reversibilità e sembra proprio che il ricalcolo non dia respiro a molti italiani.

Pensione di reversibilità

 

La recente circolare numero 108/2023 dell’INPS ha implementato significativi cambiamenti per i beneficiari della pensione di reversibilità in risposta alla sentenza della Corte Costituzionale numero 162/2022. Questa decisione giudiziaria ha influenzato il ricalcolo dell’importo di alcune pensioni, includendo la restituzione degli arretrati. La pensione di reversibilità, un diritto per i coniugi o i partner civilmente uniti dei defunti pensionati o lavoratori, varia in base a una percentuale della pensione originaria del defunto, destinandosi a coniugi, figli minori o maggiorenni, e altri eredi specifici.

Pensione di reversibilità: cosa cambia nel 2024?

La sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato parzialmente incostituzionale l’articolo 1, comma 41 della legge numero 335/1995, che regolava le decurtazioni in base al reddito dei beneficiari. Questo articolo stabiliva diverse percentuali di riduzione in relazione ai redditi dei sopravvissuti, senza tuttavia prevedere un limite alle decurtazioni. La Corte ha sottolineato l’irragionevolezza di questo meccanismo, che consentiva tagli superiori al reddito aggiuntivo del beneficiario nell’anno di riferimento.

Ricalcolo pensione di reversibilità

In seguito alla pronuncia della Corte Costituzionale, l’INPS ha dichiarato la sua intenzione di aderire alle indicazioni impartite e avvierà una revisione automatica delle pensioni di reversibilità coinvolte, nel caso in cui le decurtazioni eccedano il reddito aggiuntivo annuale di riferimento.

In aggiunta, si prevede l’implementazione di procedure per il riconoscimento degli importi arretrati, degli interessi legali e/o della rivalutazione monetaria, con l’osservanza dei limiti prescritti dalla normativa sulla prescrizione quinquennale. Queste iniziative sono orientate a correggere il meccanismo di riduzione delle pensioni di reversibilità, con l’obiettivo di prevenire eventuali danni ingiustificati ai beneficiari, in linea con l’interpretazione fornita dagli stessi giudici.

Sostegno finanziario reversibile: le modifiche impattano sui pensionati

La pensione di reversibilità rappresenta un sostegno finanziario fornito ai familiari superstiti di un pensionato o di un lavoratore deceduto. Questo beneficio mira a garantire un certo livello di sicurezza economica ai coniugi o ai partner civili del defunto, oltre che a eventuali figli minori o maggiorenni e ad altri eredi specifici. L’assegnazione di tale pensione è basata su una percentuale della pensione originaria del soggetto deceduto.

La legittimità e l’entità della pensione di reversibilità sono regolate dalla normativa previdenziale vigente. La sentenza della Corte Costituzionale numero 162/2022 ha introdotto significative modifiche a questo sistema, dichiarando parzialmente incostituzionale l’articolo 1, comma 41 della legge numero 335/1995. Questo articolo, precedentemente contestato, non prevedeva un limite alle decurtazioni della pensione di reversibilità in relazione al reddito aggiuntivo dei beneficiari.

Reversibilità pensione

Prima della sentenza, le riduzioni dell’importo della pensione erano definite in base a fasce di reddito, con percentuali variabili. Tuttavia, la Corte ha ritenuto irragionevole il meccanismo di riduzione che consentiva tagli superiori al reddito aggiuntivo del beneficiario nell’anno di riferimento. Di conseguenza, è stata emessa una circolare (numero 108/2023) da parte dell’INPS, che ha accolto la direttiva della Corte Costituzionale.