Ora ti licenziano se digiti poche lettere, così ti controllano in smart working: la pacchia è finita

Attenzione allo smart working, con queste poche mosse si è passibili di licenziamento: bastano poche lettere.

Smart working licenziamento
Smart working licenziamento

Una storia apparentemente senza senso viene raccontata attraverso il Daily Mail e fa il giro del mondo. Lo smart working è oramai diventata una prassi, ma per controllare i propri dipendenti ci sono aziende che controllano l’operato in vari modi differenti. In questo caso con poche lettere possono anche licenziarti immediatamente. A quanto pare, lavorare da casa ha i suoi privilegi e i suoi contro.

Licenziamento da smart working: che cosa è successo?

Lo smart working oggi è una prassi adottata non solo dai freelancer ma da moltissime aziende con dipendenti. Dopo la pandemia da Covid, che ha costretto moltissime persone a cambiare il loro stile di vita, oggi ci sono dipendenti che continuano a lavorare da casa ogni giorno.

Ma come controllare l’operato e come licenziare una persona con giusta causa? Una donna  – Suzie Cheikho – è stata licenziata dopo 18 anni dalla azienda in cui lavorava. Secondo loro non digitava abbastanza battute e un software specifico l’avrebbe sorpresa ad “oziare” mentre lavorava da casa.

La donna, come racconta il Daily Mail, si è dichiarata essere confusa e scioccata. Dopo 18 anni di lavoro presso la Insurance Australia Group (IAG). Suzie era una ex consulente e si occupava della creazione dei documenti assicurativi con normative e osservanza delle varie conformità che riguardavano il lavoro da casa.

Lavoro da casa controllo
Lavoro da casa controllo

Secondo la FWC The Fair Work Commission il suo lavoro a distanza non era all’altezza dei carico e delle scadenze. L’azienda dice di aver avvertito la sua dipendente già a novembre 2022. Per questo motivo le è stato dato un piano per aiutarla a migliorare, sino a quando non è stata licenziata a febbraio. Ma la dipendente afferma che l’azienda avesse già in mente di mandarla via soprattutto per i suoi problemi di salute mentale.

Come si è giustificata l’azienda che ha licenziato la dipendente?

Suzie è quindi stata sottoposta ad una revisione della sua attività da casa. Questo ha portato alla luce il fatto quante volte ha digitato sulla tastiera durante i mesi da ottobre sino a dicembre. Non solo, per 47 giorni ha iniziato a lavorare in ritardo e non ha svolto il suo lavoro nell’orario indicato. Il software dell’azienda ha messo anche l’accento sui turni terminati prima del normale orario di lavoro. In aggiunta, ci sono anche 4 giorni senza alcuna attività lavorativa.

Insomma, i documenti prodotti da parte dell’azienda hanno riportato una situazione compromettente. Tutto questo è avvenuto in casa, dove la dipendente credeva di non essere vista o controllata. Suzie ha contestato comunicando di aver usato altre piattaforme o dispositivi, quindi non controllati.

Intanto la storia sta facendo il giro del web e sono molti i commenti in merito a questo controllo o al comportamento della dipendente.

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