Gli aumenti 2024 stanno iniziando a fare il loro ingresso e sembra proprio che la stangata riguardi tutti, nessuno escluso.
Gli aumenti 2024 stanno bussando alla porta e alcuni sembrano interessare proprio tutti gli utenti, nessuno escluso. Cosa sta per succedere?
Aumenti 2024, chi viene colpito?
Nel corso del 2024, il panorama immobiliare è destinato a subire considerevoli cambiamenti a causa della Legge di Bilancio. Quest’anno, la sfida principale risiede nella gestione delle risorse disponibili, e pertanto molte delle misure proposte mirano a preservare l’equilibrio di bilancio senza gravare ulteriormente sulle casse statali. Un aspetto cruciale di questa manovra, più che mai, è rappresentato dal versante fiscale, che, se da un lato mira a proteggere famiglie e occupazione, dall’altro potrebbe comportare un aumento delle tasse sulle abitazioni.
Da un lato, osserviamo misure a sostegno delle famiglie, incentrate sulla natalità, e una riforma fiscale che riduce gli scaglioni e le aliquote Irpef. Dall’altro, si assiste alla proliferazione di una serie di microtasse, con il potenziale di scatenare una vera e propria stangata sul settore immobiliare.
Sebbene non sia una misura direttamente correlata alla Legge di Bilancio, nel 2024 è essenziale considerare la riforma del catasto, prevista per entrare in vigore il 1° gennaio dell’anno successivo. L’obiettivo principale di questa riforma è classificare ogni edificio con un valore giusto, semplificando e rendendo più trasparente il sistema di tassazione immobiliare. I parametri considerati includono la posizione geografica, le dimensioni, la manutenzione e le caratteristiche specifiche.
L’impatto esatto della riforma del catasto sulla tassazione delle abitazioni è difficile da prevedere, ma adattare i dati catastali all’andamento del mercato potrebbe rendere difficoltoso sottostimare il valore degli immobili per pagare meno tasse.
Superbonus e agevolazioni: possono aiutare a diminuire le spese?
Il Superbonus, se sfruttato al 110%, è stato vantaggioso per chi ha ristrutturato senza spese aggiuntive. Tuttavia, coloro che vendono un immobile ristrutturato dopo aver beneficiato di questo bonus dovranno affrontare una tassazione più elevata sulle plusvalenze. Se i lavori di ristrutturazione non sono stati completati da più di cinque anni, la plusvalenza sarà calcolata al 26%, escludendo solo gli immobili acquisiti per successione e quelli utilizzati come prima casa nei cinque anni precedenti.
Le ristrutturazioni in generale costeranno di più, poiché le novità coinvolgono tutti i bonus legati alle abitazioni. Le ritenute d’acconto sui bonifici parlanti saliranno dall’8% all’11%, un aumento che potrebbe influire sul costo finale per gli utenti, soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale.
Tra le novità, è previsto un aumento dell’aliquota della cedolare secca per gli affitti brevi dal 21% al 26%. Questa modifica interesserà coloro che affittano abitazioni per brevi periodi, come case vacanze o bed & breakfast.
L’Iva agevolata al 50% per l’acquisto di abitazioni di nuova costruzione in classe energetica A o B scadrà alla fine del 2023. Al momento, non sono previste ulteriori proroghe nella bozza della Legge di Bilancio, suggerendo che dal 2024 potrebbero non esserci più agevolazioni per l’acquisto di case green da costruttori.
Un’altra imposta destinata a salire è l’Ivie, applicata a coloro che, pur risiedendo in Italia, possiedono immobili all’estero. L’aliquota dell’Imposta sul valore degli immobili siti all’estero dovrebbe aumentare dall’attuale 0,76% all’1,06%.