SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Cittadini nuovi, ce ne sono? E’ questa la domanda che si pone la minoranza consiliare in commissione Urbanistica. Sul banco la variante Areamare al Prg vigente. Ad opporsi è Tonino Capriotti (Pd): «Una città ha bisogno prima di tutto di servizi» dice il dem. «Non vogliamo costruire una città dormitorio».
La questione è servita: se si costruiscono altre palazzine, si spera che vengano nuovi cittadini ad abitarle. Ma è poi così? «Vogliamo fermarci a 50mila abitanti?» replica Mario Ballatore (San Benedetto Protagonista). «Evidentemente no. San Benedetto è in espansione». La maggioranza batte il chiodo: «Dobbiamo cercare di sviluppare la città in senso armonico» aggiunge Carmine Chiodi, compagno di lista: «mi sembra che si faccia troppa opposizione aprioristica a questo piano».
Torna alla carica la parte opposta: «Ci sono circa 7000 appartamenti sfitti a San Benedetto» risponde Giorgio De Vecchis (Ripartiamo Da Zero). «Non abbiamo bisogno di nuovi. Qui non si tratta di espandere, ma di riqualificare».
Molto atteso il parere di Leo Sestri, attuale presidente di comitato di quartiere Mare: «In passato queste zone erano vincolate al discorso turistico. Adesso il privato vuole farci delle palazzine. Dobbiamo stare attenti a non regredire. Il PORU venne frainteso. All’inizio era teso a portare servizi, poi si risolse troppo a favore del privato. Noi dobbiamo andare in direzione dei servizi alla cittadinanza».
D’accordo anche Marco Alessandrini, presidente di comitato di quartiere Sentina: «Le aree che passeranno al comune potrebbero rimanere così per anni e ospitare solo vegetazione incolta. Altro che servizi».