Più soldi e meno ore di lavoro: ecco la richiesta shock dei sindacati

I sindacati stanno chiedendo ai datori di lavoro di dare più soldi e meno ore di lavoro ai dipendenti: ecco cosa sta succedendo.

Più soldi e meno ore
Più soldi e meno ore – Adriatico24ore

I sindacati dei metalmeccanici Fim, Cisl, Fiom, Cgil, Uilm e Uil hanno presentato la piattaforma unitaria per il rinnovo del contratto, e stanno chiedendo più diritti per i lavoratori. Ecco cosa sta succedendo.

Più soldi e meno ore di lavoro

Il prossimo 30 giugno scadrà l’attuale contratto nazionale dei metalmeccanici con Federmeccanica e Assistal, e dovrà essere rinnovato fino al 30 giugno 2027, stavolta attraverso un processo di consultazione certificata in cui i lavoratori daranno la loro approvazione finale con un voto segreto. Ad essere coinvolti saranno più di 1,5 milioni di lavoratori, dato che questo settore rappresenta l’8% del Prodotto Interno Lordo nazionale e il 6,2% dell’occupazione complessiva.

Tra i temi caldi del rinnovo c’è la richiesta di un salario più alto, e nello specifico si richiede un aumento medio di 280 euro sul trattamento economico minimo per il triennio. Inoltre, i sindacati hanno anche chiesto di aumentare a 700 euro l’importo annuo dell’elemento di perequazione per i dipendenti di aziende che non hanno un premio di risultato o altri benefici retributivi.

Inoltre, è stata avanzata la proposta di sperimentare la riduzione dell’orario lavorativo mantenendo invariato lo stipendio: “Chiediamo che si avvii una fase di sperimentazione contrattuale con l’obiettivo di raggiungere progressivamente una riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali”.

Altre richieste

La richiesta dei sindacati
La richiesta dei sindacati – Adriatico24ore

Le richieste dei sindacati però non si limitano a orari di lavoro e stipendi, ma riguardano anche il welfare integrativo: è stato chiesto un aumento a 250 euro dell’importo per i flexible benefits. Riguardo la tipologia di contratto invece, si impegnano a mantenere gli apprendistati e i contratti a tempo indeterminato come le principali forme di assunzione, per riuscire a ridurre la precarietà. A questo proposito, la proposta è di definire una percentuale massima di rapporti di lavoro a tempo non indeterminato.

Inoltre, anche la formazione necessita di essere rivista, e la richiesta è di definire degli interventi specifici nei processi di transizione che istruiscano la forza lavoro circa il cambiamento delle competenze richieste, e l’obiettivo è quello di garantire la retribuzione piena anche mentre si usano gli ammortizzatori sociali. Infine, i sindacati chiedono di rendere i permessi retribuiti più flessibili e di aumentare il congedo parentale fino al 100% del reddito per altri due mesi rispetto al presente, consentendo anche l’utilizzo in ore anzichè in giornate solamente.

Insomma, sul tavolo ci sono tantissimi fattori da valutare, e non resta che aspettare per vedere quali di queste richieste verranno accettate e quali invece no. L’obiettivo, tirando le somme, appare comunque solamente uno: dare più valore anche alla vita fuori dal lavoro, oltre che a quella in sede lavorativa.

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