INPS condannato per discriminazione: stavolta l’ha fatta davvero grossa

INPS condannato per discriminazione verso i genitori LGBT+, stavolta è davvero grave: rischia una multa salatissima.

INPS condannato per discriminazione
INPS condannato per discriminazione – Adriatico24ore

L’INPS è stato condannato per discriminazione nei confronti dei genitori LGBT+ dopo aver negato la possibilità a genitori omosessuali di richiedere il congedo parentale per la cura dei propri figli. Ecco cosa sta succedendo e cosa rischia se non aggiusta subito le cose.

Mettersi al passo coi tempi

Che il sito dell’INPS avesse bisogno di aggiornamenti è un dato di fatto, ma questa volta l’update, oltre che gradito, è necessario. Infatti, se in piazza si sta facendo di tutto per i diritti delle famiglie arcobaleno, sui siti istituzionali queste sono ancora troppo spesso discriminate. Un fatto che sta facendo parlare di sé da diversi giorni è il caso del sito dell’INPS, che al momento non consente alle coppie omosessuali di registrarsi come genitori dello stesso figlio. Questo, oltre che decisamente non al passo coi tempi, ostacola notevolmente i diritti di tutte le famiglie con genitori dello stesso sesso.

Infatti, impedendo la registrazione, automaticamente uno dei due genitori perde la possibilità di richiedere il congedo parentale per i propri figli, cosa che invece spetta di diritto a tutti i genitori eterosessuali. L’impedimento sta nella struttura stessa del sito, poichè dopo aver inserito le proprie generalità, bisogna obbligatoriamente inserire i dati di una persona di sesso diverso.

Famiglie arcobaleno
Famiglie arcobaleno – Adriatico24ore

A mobilitarsi è stata la Rete Lenford, un’associazione di legali che tutela proprio i diritti LGBT+, coadiuvata dal patronato Inca della Cgil di Brescia, che già in precedenza aveva fatto presente il problema e aveva avanzato la richiesta di risolverlo, ovviamente senza risultati. Stavolta però qualcosa si è mosso, e la sentenza è stata emessa a favore delle famiglie arcobaleno.

INPS condannato per discriminazione

La sentenza del giudice del lavoro Sergio Cassia, del Tribunale di Bergamo, ha dato una svolta ad un nodo particolarmente spinoso e ampiamente dibattuto sulle famiglie omogenitoriali, definendo la decisione come “di estrema importanza pratica”, oltre che la fine di una “ingiustificata discriminazione ai danni dei genitori dello stesso sesso”. Infatti Cassia sostiene che, se le coppie omosessuali con figli sono regolarmente inserite nei registri civili italiani, devono poter accedere al portale e richiedere il congedo che gli spetta di diritto.

Nella sua sentenza Cassia ha decretato che l’INPS dovrà cambiare il suo portale, dando la possibilità ai genitori dello stesso sesso di registrarsi, e dovrà farlo in fretta. Infatti, se entro due mesi il sito non verrà aggiornato, l’INPS riceverà una multa di 100 euro per ogni giorno di ritardo. Oltre a questo provvedimento, Rete Lenford ha anche chiesto di adeguare i congedi di paternità e di maternità, oltre che l’indennità di maternità alle famiglie omogenitoriali.

Diritti famiglie omogenitoriali
Diritti famiglie omogenitoriali – Adriatico24ore

Francesco Rizzi, l’avvocato di Rete Lenford, infatti spiega che “trattandosi di istituti a cui si applica il divieto di discriminazione per orientamento sessuale imposto dal diritto dell’Unione Europea, tutti i congedi devono essere accessibili anche alle coppie di genitori dello stesso sesso, che devono potersi suddividere i compiti di cura e assistenza, come avviene per tutti i genitori eterosessuali”.

Il prossimo step sarà quello di “tutelare la posizione anche dei genitori che non hanno potuto ottenere il riconoscimento alla nascita e stanno attendendo i lunghi tempi dell’adozione in casi particolari”. Senza dubbio siamo quindi di fronte ad un passo avanti importante per i diritti delle famiglie arcobaleno, anche se la strada per la totale assenza di discriminazione sembra ancora molto lunga. Come si dice però..Roma non è stata costruita in un giorno!

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