SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Stoccaggio gas: il Comune di San Benedetto aveva ragione: il rischio sismico del territorio sambenedettese è più alto di quello riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente e da Gas Plus nell’ambito della Valutazione d’impatto ambientale.
La sentenza del Tar del Lazio (LEGGI QUI) concede al ministero dell’Ambiente 60 giorni, dalla notifica, per riesaminare la Valutazione di impatto ambientale.
«Nel gennaio 2018 incontrammo l’allora ministro Galletti» dichiara il sindaco Piunti, «e gli facemmo presente che la VIA del 2014 non teneva conto del reale rischio sismico del nostro territorio».
Nel ricorso al Tar, infatti, l’amministrazione comunale inseriva la relazione di Erio Pasqualini, docente di geofisica all’università di Ancona, nonché la classe di rischio sismico affibbiata dall’Ingv alla riviera picena, superiore a quella della procedura VIA/VAS di Gas Plus, poi accettata dal Ministero.
Non solo. «Il Tar ha anche preso atto del mutamento delle faglie, nel nostro sottosuolo» continua Piunti: «in sostanza, il nostro contesto geomorfologico ha risentito negativamente dei terremoti risalenti al 2016 e 2017».
La parola “fine” non è stata ancora decretata. La sentenza del Tar Lazio annulla l’attuale valutazione d’impatto ambientale. Questa non può essere prorogata. Il proponente del progetto di stoccaggio, la Gas Plus, deve presentarne una nuova o recedere.
Piunti ha riferito nel corso di una conferenza stampa con l’assessore all’Ambiente Andrea Traini e l’avvocato difensore del Comune Marina Di Concetto. Hanno assistito all’incontro con i giornalisti esponenti dell’Associazione Ambiente e Salute nel Piceno.