Norme più dure contro gli attivisti climatici che imbrattano i muri: ecco cosa rischiano adesso

Sono arrivate le nuove norme contro gli attivisti climatici che imbrattano i muri e danneggiano i monumenti: rischiano tantissimo!

Attivisti ambientali
Attivisti ambientali – Adriatico24ore.it

Dopo i ripetuti episodi degli scorsi mesi che hanno visto diversi attivisti climatici imbrattare, per protesta contro il cambiamento climatico e lo scarso intervento del Governo a riguardo, muri, edifici e monumenti storici, il Governo ha varato delle nuove norme: ecco cosa si rischia ora a fare così.

Norme contro gli attivisti climatici

Che il cambiamento climatico sia un problema che colpisce tutti, è ormai evidente, e da un lato sono comprensibili la preoccupazione e la rabbia, soprattutto da parte dei più giovani, verso un governo che non fa abbastanza e che, in alcuni casi, non fa affatto. Questi sentimenti, per quanto giusti e legittimi, non giustificano però il vandalismo cui si è assistito nei mesi scorsi. Non è capitato di rado infatti che gli ambientalisti climatici abbiano imbrattato muri, lanciato zuppe contro opere d’arte e danneggiato edifici e monumenti per protesta.

Queste manifestazioni di protesta hanno diviso i cittadini italiani tra chi pensa che siano necessarie azioni ad alto impatto per far sì che qualcosa sia fatto da parte del governo, e chi invece è convinto che danneggiare beni culturali e proprietà altrui non sia il giusto modo di farsi sentire. Quello che rimane come verità assoluta è che questi attivisti hanno, di fatto, commesso dei reati. Ecco allora che il governo ha deciso di attivarsi e, dopo il via libera della Camera, la stretta contro gli attivisti climatici diventa legge.

Eco-attivisti
Eco-attivisti – Adriatico24ore

Il ministro Sangiuliano ha affermato che “chi deturpa o imbratta un monumento paga di tasca propria, questo principio è legge dello Stato. E’ bene che non paghino più gli italiani, ma chi si rende responsabile degli atti di danneggiamento. Si sancisce un principio di civiltà”. Questo principio, in soldoni, altri non sembra essere che il caro vecchio “chi rompe paga”. 

L’opposizione non si è mostrata in accordo con queste nuove norme, e giudica le pene introdotte troppo pesanti rispetto all’atto. A sostenere questa tesi è stato soprattutto l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, che ha sottolineato che le proteste degli attivisti climatici non hanno comportato alcun danno permanente ai monumenti, alle opere o ai fiumi colpiti. Anche la Boldrini ha detto la sua: secondo lei la maggioranza “non tollera il dissenso e ricorre alle leggi penali per reprimerlo”.

Ma vediamo cosa cambia con queste nuove norme.

Sanzioni più dure

Sanzioni più dure
Sanzioni più dure – Adriatico24ore

Quello che emerge immediatamente da queste nuove norme è che le sanzioni si fanno più aspre per chi danneggia monumenti ed edifici in nome di una qualsivoglia protesta. Innanzitutto, come già anticipato dalle parole di Sangiuliano, la nuova legge prevede che “chi distrugge, disperde o deteriora beni culturali o paesaggistici” rischia una multa che va dai 20.000 euro ai 60.000 euro. Per chi invece imbratta i monumenti o ne fa un “uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico”, la sanzione amministrativa va dai 10.000 ai 40.000 euro. I proventi di tali sanzioni saranno utilizzati dal ministero della Cultura per ripristinare i danni.

Andando invece sul penale, la legge è intervenuta anche su due articoli ben precisi. Le nuove norme infatti stabiliscono che chi distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili beni mobili o immobili durante manifestazioni pubbliche, rischia da 1 a 5 anni di carcere. Allo stesso modo, se l’atto si verifica all’interno di musei, pinacoteche o gallerie, la reclusione può andare da 1 a 6 mesi.

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