SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Caso rimborsi ai malati oncologici: la dottoressa Ornella Vallesi, direttrice dell’Associazione Bianco Airone Onlus, replica alla risposta datale dal governatore delle Marche, Luca Ceriscioli.
Due mesi fa, Vallesi scriveva una lettera a Ceriscioli, nella quale protestava per l’abrogazione della legge regionale 30/1987. Tale abrogazione avrebbe potuto condurre, per la Vallesi, ad un inspiegabile taglio ai rimborsi spese per i malati oncologici che si curano fuori Regione. Adesso, la direttrice del Centro Bianco Airone legge pubblicamente brani della risposta di Ceriscioli.
Dice la dottoressa: «Mi chiedo come un presidente di Regione possa azzardare a fare dichiarazioni simili: “Nelle ultime ore sono state diffuse notizie false e si è speculato sulla pelle delle persone malate con polemiche strumentali”. E ancora. “La delibera adottata ieri, con effetti retroattivi al momento dell’entrata in vigore della legge regionale di semplificazione, permette quindi una continuità di rimborsi per chi ne stava già usufruendo”. E infine: “Per i casi di mobilità extra regionale, la valutazione è affidata al centro regionale di riferimento”».
«Vediamo dettagliatamente tutto quello che riconosceva la legge 30/87 e quello che abbiamo oggi» continua Vallesi: «Prima avevamo rimborso chilometrico in tutta Italia: carburante, autostrada, autobus, treno, aereo e due taxi al giorno, senza limiti, garantiti al 100%. I malati oncologici potevano anche usufruire di vitto e alloggio al 70% in hotel, bar, ristoranti, per un limite massimo di 1500 euro annuali, divisi equamente fra paziente ed eventuale accompagnatore. I motivi dei viaggi ammissibili? Visite, controlli, esami, tac, risonanza, radioterapia, chemioterapia, ricoveri, interventi hospital day, radiografie ed ecografie».
«E cosa abbiamo ora, invece?» prosegue Vallesi: «rimborsi concessi solo nelle Marche per un limite massimo di 1000 euro annuali. Anche i motivi sono ridotti: c’è solo radioterapia e chirurgia oncologica particolare. Peraltro tutto ciò necessita di autorizzazione da quello che Ceriscioli chiama il “centro regionale di riferimento”, un’apposita commissione che non è mai stata istituita».
La dottoressa non concede un centimetro. «Ceriscioli dice anche: “La delibera -delibera di giunta regionale n.531/2019, nda- permette una continuità dei rimborsi per chi ne stava già usufruendo“. Peccato che negli uffici a ciò preposti non ne sappiano nulla, e che nemmeno nella delibera se ne parli».
«Per concludere, il presidente regionale, nonchè assessore alla sanità, ha risposto alla lettera da me inviata subito dopo la nostra conferenza stampa del 9 maggio, ma in essa ho trovato solo conferme ai miei iniziali sospetti».