SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il 3 gennaio 2019, i consiglieri Falco, Curzi, Gabrielli, Capriotti, Sanguigni, De Vecchis e Mandrelli hanno sottoscritto l’esposto denuncia sul caso PicenAmbiente. I firmatari ringraziano supporto ed appoggio manifestati a mezzo degli organi di informazione dai consiglieri Morganti e Di Francesco, così come dal consigliere Pellei. Quest’ultimo ha sottolineato come l’inerzia dell’Amministrazione e la mancanza di chiarezza nella gestione della Picenambiente, oltre che la sovrapposizione di ruoli, siano elementi «deleteri che non tutelano una risorsa del nostro territorio qual è appunto la nostra partecipata».
I ricorrenti integrano le esternazioni di Pellei aggiungendo che «proprio l’inerzia di chi dovrebbe prendere una posizione chiara e rispettosa della legge, impone ai consiglieri dell’opposizione, nell’esercizio dei loro doveri istituzionali, di rendere pubblici i fatti ed anche le motivazioni che li hanno spinti a dei passi così drastici.»
Rosaria Falco: «Proprio a tutela di un nostro patrimonio, di una partecipata a maggioranza pubblica che riveste un ruolo e delle funzioni tanto delicate e che interessano tutti i cittadini-utenti in termini di vita quotidiana e in termini di costi, ma anche a tutela di tutti coloro che in Picenambiente lavorano e che hanno diritto a godere di ambienti e condizioni lavorative ottimali ed a norma di legge, è quanto mai importante che non vengano mai meno l’attenzione, nonchè l’informazione ai cittadini stessi, che hanno il diritto ad una gestione trasparente ed irreprensibile e ad una città decorosa ed organizzata, ma anche ad un corretto ed oculato impiego dei soldi pubblici».
Falco su Pellei. «Naturalmente il collega Pellei, non figurando tra i firmatari, non ha avuto la possibilità come noi di approfondire la questione in ogni suo aspetto, ma possiamo rassicurare che in nessun modo la sovraesposizione potrebbe danneggiare tale nostra risorsa, in quanto tutti i clienti della società sono enti pubblici, e non può configurarsi nel caso di specie il rischio di perdere clienti o quote di mercato».
Chiarezza. «Dunque occorre fare chiarezza, a partire dall’adeguamento della sua natura giuridica, stabilita dalla legge Madìa in esecuzione delle direttive della Comunità Europea – ancora Falco – ed a tutela dell’interesse alla trasparenza ed oculatezza nell’uso dei soldi pubblici, e ciò proprio per valorizzare una delle nostre maggiori realtà strategiche ed economiche, di cui abbiamo il dovere di prenderci cura per mezzo di chi ci amministra e nel rispetto di tutte le leggi, cui nessun cittadino, imprenditore, dirigente comunale o sindaco può e deve sottrarsi».
E adesso siamo in dieci. «In definitiva comunque, ci dichiariamo davvero soddisfatti dalle esternazioni dei colleghi, che pur non avendo in prima istanza sottoscritto i nostri atti, hanno dichiarato il loro appoggio ed hanno condiviso la bontà delle nostre motivazioni: ora siamo dunque dieci consiglieri comunali – cocnclude Falco – a cantare la stessa canzone, basteremo per destare l’interesse del nostro sindaco?».