MARTINSICURO – La moschea di Martinsicuro era un punto di passaggio del terrorismo islamico internazionale. L’imam è stato arrestato questa mattina (LEGGI QUI). Il principale indagato nell’operazione è un tunisino arrestato insieme ad altre 10 persone nel teramano. Di professione fa il commerciante di tappeti e si occupa di ristrutturazioni edili.
L’indagine nasce nel 2015 ed è partita dalla posizione dell’imam di Martinsicuro che aveva espresso posizioni anti occidentali basate sull’incitamento al terrorismo.
Da lì sono cominciate le indagini dei carabinieri, sviluppate a livello nazionale e internazionale che poi hanno portato alla scoperta della rete terroristica sgominata questa mattina dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di finanzia coordinati dalla procura distrettuale antiterrorismo dell’Aquila.
Il dato emerge dall’intervento del comandante nazionale dei Ros, Pasquale Angelosanto, nel corso della conferenza stampa tenuta stamani all’Aquila. I fondi neri scoperti ammontano a oltre un milione di euro.
L’indagine ha portato al controllo di 55 persone, all’iscrizione al registro degli indagati di 17 e all’arresto di 10.
“Non siamo qui per spargere paura ma per garantire che qualsiasi segnale sarà verificato nell’ambito delle nostre povere capacità”. Così il procuratore antiterrorismo dell’Aquila, Michele Renzo, sulla operazione che ha portato a sgominare l’organizzazione dedita ad attività antioccidentale che dall’Abruzzo aveva ramificazioni in tutta Europa.
In riferimento alla pericolosità dell’organizzazione, il procuratore, nel corso della conferenza stampa che si è svolta all’Aquila, ha sottolineato che questa cellula terroristica è un punto di passaggio e una centrale operativa nello stesso tempo “perché la struttura e qualsiasi punto nevralgico sono punti di arrivo e di partenza di focolai di radicalismo”.