SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’ospedale Madonna del Soccorso verso il precipizio. L’allarme è stato lanciato dai sindacalisti della Rsu Menzietti e Torresi nel corso della Commissione consiliare Sanità, indetta dal presidente Gianni Balloni con il benestare del sindaco Pasqualino Piunti.
Numeri tutti a calare, illustrati dai rappresentanti della Rsu: meno 56 unità nei settori sanitario e amministrativo, tagliati 945mila euro nel triennio 2015-2017 dal fondo produttività dipendenti, a gennaio ci saranno pensionamenti di primari ma i concorsi non vengono indetti.
E poi le risorse pro capite per l’assistenza ospedaliera. L’Asur Marche stanzia 211.000 euro l’anno, ossia 1.500 euro per ogni residente, ma il conteggio viene fatto sugli abitanti effettivi senza tenere in cosiderazione il nord dell’Abruzzo e i turisti. Per cui la spesa reale per ogni abitante è inferiore allo stanziamento.
L’opedale nuovo o di primo livello. «Deve stare dove ci sono gli utenti», il coro unanime. «E gli utenti sono in maggioranza a San Benedetto. Ma si sta facendo in modo di mandarli via». Dove? «In altre strutture pubbliche e nel privato. Alla fine dell’ospedale civile ci si arriverà piano piano. Non abbassano la serranda, chiudono lentamente il rubinetto».
Un quadro drammatico, dunque, che è parso disperato alla luce di quanto esposto da un dipendente dell’ospedale Madonna del Soccorso, che ha chiesto la riservatezza sul nome.
Sentiamo i dati catastrofici. «Il Pronto soccorso di San Benedetto è il secondo delle Marche ma viene trattato come una Potes. L’ambulanza “jolly” questa estate è stata dislocata ad Ascoli Piceno, dove è poco utilizzata. Invece sarebbe stata utile sulla costa, dove ci sono i turisti e si fanno molti interventi.
Radiologia ha svolto 107.000 prestazioni nel 2016, ma la struttura complessa è al Mazzoni di Ascoli, in Medicina d’urgenza manca il personale di supporto al medico. Cardiologia? Tra Cupra Marittina e Alba Adriatica c’è un flusso di persone che si aggira sulle 800mila unità, ma a San Benedetto non c’è l’Utic (Unità di terapia intensiva cardiologica, specializzata nella gestione del paziente affetto da patologia cardiaca acuta, ndr)».
I dirigenti tecnici e amministrativi. «I dirigenti dell’ospedale di San Benedetto sono stati eliminati: provengono tutti da Ascoli. Al Madonna del Soccorso non c’è un parco automobili: ognuno deve usare la propria macchina per gli spostamenti di servizio. Inoltre, la direzione infermieristica sta al Mazzoni».
Ortopedia. «Al Madonna del Soccorso nel 2017 il reparto ha effettuato 847 interventi, di cui 600 d’urgenza. Un reparto di qualità ridotto a un “lazzaretto” con 16 posti letto. E il primario medico manca da sei anni: hanno messo solo facenti funzione».
Laboratorio analisi. «L’Asur spende 43mila euro al mese per portare le provette ad Ascoli. Qui ci stanno chiudendo».
E’ intervenuto Guerino Di Berardino, presidente del quartiere Albula Centro il quale ha lamentato la situazione di incertezza in cui vivono i cittadini. Per spiegare meglio il dramma della sanità locale ha portato due esempi personali: «Ho chiesto una visita dall’otorino, mi è stato dato l’appuntamento a marzo 2019. Dovevo fare una Tac: mi è stata fissata al 2020, ma nel 2020 potrei essere morto. Con questo sistema il cittadino è costretto a rivolgersi alle strutture private.
Il quartiere ha chiesto un incontro con il direttore dell’Area Vasta 5 Cesare Milani, stiamo aspettando che ci risponda».