SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dove ci troviamo, non è facile stabilirlo esattamente. Con un passo ci si sposta dal Comune di San Benedetto a quello di Ripatransone. Guardando le strade devastate, si finisce a Grottammare. Guardando giungla e rifiuti, si arriva ad Acquaviva.
E’ l’Albula, però, ad accomunare questi territori, e a fare da minimo comune denominatore di un disastro alla luce del sole.
Gli argini dell’Albula stanno franando, mangiati dall’acqua del torrente. E a farne maggiormente le spese sono i comuni più vicini alla foce, cioè San Benedetto e Acquaviva. Le recenti piogge e l’incuria generalizzata hanno peggiorato la situazione, creando nuove voragini e colamenti di terra.
Fortunatamente, a seguito dei sopralluoghi del consigliere Mariadele Girolami e di Giuseppe Brutti, gran parte del percorso è stato potato e pulito. Ma qui il problema va individuato a monte, nelle due vasche di contenimento al di fuori del comune di San Benedetto.
Le vasche servono, fra le altre cose, a contenere la sporcizia, gli arbusti, e parte dei sedimenti che altrimenti intaserebbero l’alveo. Il problema è che queste vasche non vengono pulite con regolarità, e quindi vengono invase dalla vegetazione. Fatto sta che dalla strada non sono nemmeno ben visibili.

Una delle voragini nei pressi del “Rustichello”
Quindi, l’acqua procede per vie collaterali, intaccando gli argini e i basamenti della SP36. Dalle parti della balera del ristorante “Rustichello”, negli ultimi giorni l’acqua ha creato vere e proprie voragini. Verso ovest, sulla sponda di via Copernico in Acquaviva, la vegetazione non è stata tagliata e anzi la strada continua a franare, portando con sè i pannelli stradali.

La frana in via Copernico
Ristoranti, case, rivendite, autorimesse: tutto questo viene messo a repentaglio da responsabilità che nessuno vuole prendersi.