Astronoma, pittrice, giornalista e indovina. Il libro “La Strologa” scritto da Matilde Menicozzi su Erminia Zwiebler in Vigo rende omaggio ad una donna di grande fascino e carisma vissuta a Grottammare per circa 30 anni, dall’immediato dopoguerra al 1974
di Tiziana Capocasa
GROTTAMMARE – Il libro “La Strologa” rende omaggio ad una donna di fascino e carisma. E restituisce un personaggio di grande modernità, nata a Vienna, una intellettuale che conosceva quattro lingue, studiava le stelle, amante dei viaggi e dell’avventura appassionata della filosofia orientale, entrata a far parte dell’harem di un maharaja in India, paese da cui fugge in modo rocambolesco per non finire immolata sulla pira funebre alla scomparsa del congiunto indiano, quindi profuga da Fiume prima di approdare sul lido adriatico.
L’autrice riannoda le file, attraverso ricerche storiche difficoltose e fonti orali, della vita avventurosa di una donna rimasta nell’immaginario collettivo. Viveva con il suo telescopio, una tigre imbalsamata, la statua di un Budda e la sua inseparabile macchina da scrivere, nel Torrione della Battaglia, dove aveva impianto l’Osservatorio astronomico Vulcano, stilava bollettini meteo che metteva su di una bacheca del centro, a disposizione della città e soprattutto della colonia bagnante, e compilava oroscopi in cambio di cibo per sé e per i suoi numerosi gatti.
Il libro è stato presentato con successo al teatro dell’Arancio, nell’ambito della manifestazione” La Notte di San Giovanni e le Stelle di Erminia” carica di magia e di grande suggestione. Hanno partecipato all’evento culturale Adriana Ficcadenti, presidente associazione Paese Alto, il sindaco Enrico Piergallini, l’assessore Alessandra Biocca di Giulietta Pignotti che ha preparato l’acqua di San Giovanni, secondo antiche usanze.
“Ho voluto scrivere questo libro – ha spiegato Matilde Menicozzi – per riconoscere ad Erminia Wiebler il ruolo che le è stato negato all’interno della nostra comunità e per fare un omaggio al valore delle donne. La mia opera è basata sullo studio del periodo storico, su documenti di archivio e su fonti orali coincidenti. Seguiranno un romanzo ed una biografia più approfondita”.
Nel lungo e minuzioso lavoro di ricerca l’autrice è riuscita ad acquisire dall’archivio del Vittoriale una lettera che il secondo marito, l’autista Vigo, scrisse a D’Annunzio già a capo dei legionari che aveva occupato Fiume, una volta rimasto senza lavoro per chiedere aiuto ed un sussidio. Anche lui aveva partecipato all’impresa di Fiume nel settembre del 1919. La lettera porta la firma del marito, ma dalla calligrafia si evince che venne redatta da Erminia.
Avvincenti sono le straordinarie coincidenze dell’autrice con il personaggio della “Strologa” che giustificano tanto interesse e curiosità. La Menicozzi le definisce, per usare un termine “junghiano” sincronicità.
Il libro si fa apprezzare anche per il corredo iconografico: foto scattate dall’autrice che ritraggono Erminia davanti alla macelleria del centro dove si recava per cercare cibo per i suoi gatti, o dell’ archivio Righetti, un pregevole autoritratto, i suoi tarocchi, lettere manoscritte e preziosi documenti storici utili a ricostruire il profilo di una donna straordinaria che “sapeva guardare oltre”, che ha attraversato le due guerre mondiali, vissuto il suo tempo con grande dignità e modernità, animalista e che attraverso lo studio ed il servizio alla collettività ha trovato il riscatto da una vita errabonda e pace per il suo animo indomito.