Pensioni, problema risorse per il governo: aumento a discapito dei lavoratori?

Quello delle pensioni resta un rebus da risolvere il prima possibile. Stando alle previsioni milioni di lavoratori potrebbero rimetterci.

Palazzo Chigi chiude per ferie con un nulla di fatto riguardo alle pensioni. Il Governo dovrà decidere se aumentare gli assegni previdenziali o approvare nuove misure di prepensionamento. Vediamo insieme tutti i dettagli.

Allarme pensioni
Non ci sono risorse per le pensioni/ Adriatico24ore.it

Palazzo Chigi va in vacanza ma tutti gli incontri con i sindacati non hanno portato a nulla sul fronte delle pensioni. Solo dopo il resoconto dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale e la Nota aggiuntiva al Def – il Documento Economia e Finanza- sarà possibile capire quante risorse si potranno investire nella riforma delle pensioni. Soprattutto, nel 2024, il Governo Meloni dovrà prendere una decisione importante: aumentare gli assegni di chi è già in pensione o favorire nuove misure di uscita anticipata? La coperta è sempre troppo corta e accontentare tutti sarà impossibile. Ma Giorgia Meloni non accetterà mai un ritorno duro e puro alla Fornero per tutti.

Pensioni: ecco cosa succederà

Obiettivo di legislatura del Governo Meloni è il superamento della legge Fornero che non promuove il ricambio generazionale nel mondo del lavoro. Sarà possibile riuscirci già a partire dall’anno prossimo? Forse ma molti potrebbero rimetterci.

Pensioni sempre più basse
In Italia le pensioni sono troppo basse/ Adriatico24ore.it

Le idee sul tavolo sono tante. Ma praticabili forse nessuna vista la mancanza di risorse finanziarie. La Lega di Matteo Salvini preme affinché Quota 41 – che prevede l’uscita dal lavoro al raggiungimento di 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica- venga estesa a tutte le categorie di lavoratori. Forza Italia, d’altro canto, continua a ribadire la necessità di portare a mille euro tutte le pensioni minime.

In questo marasma cosa accadrà? Quel che è certo è che, per il 2024, la rivalutazione delle pensioni minime passerà dal 6,4% per gli over 75 al 2,7% per tutti. Quota 41 – che solo nel primo anno ci costerebbe 5 miliardi di euro – potrebbe forse essere estesa a tutti ma solo a condizione di ricalcolare tutti gli assegni con il sistema contributivo che comporterebbe decurtazioni anche di 300 euro al mese. Soluzione inaccettabile considerando che in Italia le pensioni sono sempre più basse e il costo della vita sempre più alto. E negli anni futuri la situazione peggiorerà a causa del sistema di calcolo contributivo con cui gli attuali 40enni andranno in pensione.

L’urgenza è quella di aumentare tutte le pensioni ma il Governo non vuole nemmeno deludere il suo elettorato a cui ha promesso di “mandare in pensione ” la riforma dell’ex ministro Elsa Fornero. Per accontentare tutti è probabile la riconferma di Quota 103 e di Opzione donna. Negli ultimi giorni è tornata sui tavoli l’ipotesi di ripristinare Quota 96 – in pensione a 61 anni con 35 di contributi- ma solo per gli addetti a mansioni usuranti. Fino a settembre non avremo nessuna certezza ma il rischio è che per accontentare tutti non si accontenti nessuno. È, infatti, abbastanza certo che le pensioni non verranno aumentate in misura adeguata rispetto al costo della vita e che Quota 41 non venga estesa ad ulteriori categorie.

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