SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Svelato il mistero della nave affondata, durante l’incontro pubblico organizzato dai quartieri di Porto d’Ascoli all’hotel Solarium. Si era incagliata il 10 febbraio 1860 a 400 metri al largo della foce del fiume Tronto a causa di un fortunale. Ai primi di marzo una tempesta la spezzò in due facendola inabissare. Era comandata dal capitano di fregata Napoleone Scrugli che finì sotto processo.
Era una nave da guerra, la pirofregata Torquato Tasso, inviata da Francesco II di Borbone (ultimo re delle Due Sicilie) in perlustrazione lungo la costa. Pesava 1.400 tonnellate, aveva 175 uomini a bordo (tutti salvi), dieci cannoni (per l’esattezza: nove obici e un cannone), era sospinta dall’unico motore a vapore costruito nel Real Opificio Meccanico di Pietrarsa (NA) nel 1856. Una rarità per l’epoca, in quanto i motori delle navi erano di fabbricazione inglese: la prima industria a costruirli nella Penisola fu il Real Opificio di Pietrarsa. Fu varata il 28 maggio 1856 nei cantieri di Castellammare di Stabia.
Un autentico pezzo di storia. Il motore è l’unico componente meccanico della Torquato Tasso rimasto integro, ma giace a sette metri di profodità sommerso dall’acqua e dal fango e a 700 metri dalla riva (la distanza dalla battigia è aumentata perché il mare è avanzato). Una storia persa nel tempo, quella della nave da guerra di Francesco II di Borbone, riportata alla luce per iniziativa dei quartieri di Porto d’Ascoli.
I quartieri hanno organizzato “Porto d’Ascoli che Storia! – Il relitto, un tesoro nascosto nel nostro mare”. Un evento nell’ambito dei festeggiamenti del Patrono San Benedetto Martire andato in scena nel pomeriggio di domenica 14 ottobre presso l’Hotel Solarium.
- Da sinistra: Gino Micozzi, Carlo Dezi, Biagio Carrano
Hanno relazionato l’architetto Gino Micozzi, il sub della Nautica Merlino di Tortoreto Carlo Dezi, il fondatore del gruppo sub della Guardia costiera Biagio Carrano. Ha moderato Franco Cameli, direttore di Adriatico 24 Ore.it, maestri di cerimonie il presidente del quartiere Ragnola Giovanni Procacci e la vice Michela Galieni. Durante gli interventi sono stati eseguiti brani musicali dal quartetto di sassofoni del Conservatorio Pergolesi di Fermo.
- Quartetto di Sassofoni del Pergolesi
Dell’imbarcazione è stata recuperata ufficialmente solo la polena, con l’immagine di Torquato Tasso. Lo ha raccontato l’architetto Micozzi: «La polena è una scultura in legno fissata sulla prora. E’ stata esposta alla 37esima mostra Navale di Genova ed è di proprietà del Comune di Milano».
Micozzi ha spiegato che la pirofregata era stata inviata in perlustrazione da Francesco II perchè temeva che i “Mille” di Garibaldi sarebbero sbarcati al confine tra Marche e Abruzzo. Micozzi ha precisato che il suo lavoro è scaturito dalla curiosità nata da alcune info recuperate nel web che lo hanno spinto ad approfondire. «Non c’è ricerca archivistica, ma una raccolta di materiale di cui pochi sanno l’esistenza».
Il sub Carlo Dezi ha riferito che fu spinto ad indagare dal passaparola nella marineria e dalle cosiddette “presure” sulle mappe. «Un giorno, attrezzato di muta, mi sono recato – le parole di Dezi – con il canotto nella zona indicata dalle “presure” e mi sono immerso. Ho visto quello che si poteva vedere, dato che c’era molto fango, e ho prelevato un chiodo (il reperto di 30 centimetri di lunghezza lo ha mostrato in sala, ndr)».
Il fondatore del gruppo sub della Guardia costiera, Biagio Carrano, ha detto di avere saputo del relitto da Dezi «dove vidi il chiodo. Dopo una ricerca storiografica e le indagini in loco abbiamo individuato i resti durante un’immersione». Carrano ha spiegato che le strutture lignee sono state erose e i resti sono coperti dalla flora marina e dai mitili «ma il motore a vapore è rimasto integro».
Nel 2007 un’associazione di Napoli venne a sondare i fondali perché voleva recuperare i relitto e riportarlo in Campania. Carrano ha mostrato attraverso le slide le foto scattate ai resti della Torquato Tasso.
Al momento non c’è vincolo della Soprintendenza, per cui molti pezzi sono stati asportati dai sub che negli anni sono andati ad esplorare i resti della pirofregata. Carrano ha tuttavia chiarito che la legge vieta i prelievi.
Tra le proposte del pubblico, quella di recuperare il motore e utlizzarlo come pezzo da museo o per fini turistici. Ma è argomento di cui dovrebbero occuparsi le istituzioni pubbliche, sia per le autorizzazioni sia per gli alti costi che l’operazione richiederebbe.
Sono intervenuti l’assessore di San Benedetto Andrea Traini, il presidente del gruppo Pd regionale Fabio Urbinati. Tra il pubblico i consiglieri Valerio Pignotti di Forza Italia e Pasqualino Marzonetti del gruppo misto, nonché il coordinatore di Forza Italia Giovani Marche Alessio Pagliacci e il segretario dell’Unione comunale Pd Edward Rino Alfonsi.