SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In commissione urbanistica, la minoranza avanza dei dubbi sul comportamento di Areamare. In discussione, l’arcinota variante al piano regolatore che porterebbe palazzine e villette nei quartieri Mare e Sentina. Giorgio De Vecchis (Ripartiamo Da Zero) incalza: «Il valore delle aree che ci vengono cedute è corretto, oppure gonfiato?»
La domanda esige una spiegazione tecnica. Il punto sta nel famoso “contributo straordinario”. Per poter edificare, la ditta Areamare deve corrispondere al Comune un contributo pari al 70% del plusvalore di ciò che si va ad edificare. Questo plusvalore supera i 5,8 milioni di euro: il 70%, dunque, è pari a circa 4,1 milioni. Di questi, 3,2 vanno all’ente pubblico sotto forma di aree, mentre 900mila in denaro.
Ora, in commissione urbanistica, è arrivato il quesito di Giorgio De Vecchis e Tonino Capriotti: le aree cedute al comune valgono effettivamente 3,2 milioni, oppure questo valore è stato indebitamente gonfiato per diminuire la parte in denaro? Per capirlo, bisogna sapere come si valuta una superficie. Capriotti avanza proprio in questo senso: «Ci dicano se il valore delle aree è stato calcolato in base all’aliquota originale, o a quella successiva al ricorso alla Commissione Tributaria» dice il dem. «Il comune applica un’aliquota per la tassazione di tutte le terre, ma l’anno scorso i privati di quelle aree hanno fatto ricorso alla commissione. Il comune è stato condannato e l’aliquota dimezzata». L’entità di questa aliquota aumenta o diminuisce il valore delle aree. Quindi, «se hanno calcolato in base alla prima aliquota, il valore delle aree è gonfiato, e il beneficio pubblico diminuisce» sostiene Capriotti: «ma è solo un’ipotesi. Può essere smentita o confermata».
Anche Giorgio De Vecchis chiede spiegazioni. «In base a quale criterio sono state valutate quelle aree? Bisogna capire se si tratta di numeri gonfiati». Per il settore Pianificazione Territoriale, la valutazione è stata fatta in base a delibere risalenti al 2008 e 2009, quindi antecedenti al ricorso in commissione. L’opposizione attende una risposta più dettagliata dagli uffici di viale De Gasperi.