Infarti e ictus: se fai così riduci il rischio di esserne colpito, lo dice la scienza

Per ridurre il rischio di infarti e ictus serve solo una piccola abitudine quotidiana: ecco cosa bisogna fare secondo la scienza.

Infarti e ictus
Infarti e ictus – Adriatico24ore

Secondo uno studio scientifico c’è un’abitudine quotidiana che può ridurre drasticamente il rischio di avere un ictus o un infarto, ed è qualcosa di facilissimo da attuare. Ecco di cosa si tratta, e perchè fa bene al nostro cuore.

Infarti e ictus

Ictus e infarti sono causati sono causati dall’accumulo di depositi di grasso all’interno delle arterie. Questi complicano il passaggio del sangue e portano nel lungo periodo ad un rischio molto consistente di sviluppare coaguli di sangue, angina, o avere un ictus o un infarto. A causare l’accumulo di questi depositi di grasso è la calcificazione delle arterie, comunemente nota come arteriosclerosi, che è molto pericolosa proprio perchè si manifesta con eventi tragici come quelli sopra elencati.

A riguardo sono stati portati avanti diversi studi, e già in passato si era dimostrata l’esistenza di una connessione tra la salute cardiovascolare e delle sane abitudini nel ritmo del sonno e della veglia. Questo, in parole povere, vuol dire che era già noto alla scienza che chi va a dormire tardi corre un rischio maggiore di contrarre malattie cardiovascolari.

La novità assoluta però è uno studio che dimostra “come il ritmo circadiano influenzi specificamente la calcificazione delle arterie”.

Un’abitudine salvavita

Svegliarsi presto
Svegliarsi presto – Adriatico24ore

Quella che secondo gli scienziati è un’abitudine salvavita, che può ridurre sensibilmente il rischio di avere ictus e infarti, è andare a letto presto la sera e svegliarsi presto la mattina. Quest’abitudine contribuisce ad un corretto equilibrio vitale quotidiano e contemporaneamente apporta importantissimi benefici al nostro cuore. Ma perchè? 

Uno studio svedese ha scoperto che la calcificazione delle arterie, di cui abbiamo parlato sopra, è molto più comune tra i nottambuli rispetto a chi va a letto presto. Lo studio è stato portato avanti dall’Università di Goteborg ed è stato poi pubblicato sulla rivista Sleep Medicine. Ha coinvolto 771 pazienti tra i 50 e i 64 anni dividendoli tra “estremi serali” e “estremi mattinieri” in base alla fascia oraria in cui sono soliti dormire. 

Mio Kobayashi Frisk, il primo autore dello studio, ha spiegato che i risultati ottenuti indicano “che il cronotipo serale estremo può essere collegato non solo a una peggiore salute cardiovascolare generale, ma anche più specificamente alla calcificazione dell’arteria coronaria e al processo che porta alla calcificazione dell’arteria”.

Quello che fa la differenza tra i primi e i secondi soggetti, è il ritmo circadiano, che altro non è che il meccanismo che regola le funzioni fisiologiche con l’alternarsi del giorno e della notte, che è di fondamentale importanza per la salute del cuore e dei vasi sanguigni. Altri studi hanno dimostrato che alla calcificazione delle arterie contribuiscono la pressione sanguigna, i grassi nel sangue, il peso, l’attività fisica e il livello di stress, ma “anche il ritmo circadiano individuale sembra essere un importante fattore di rischio per la calcificazione delle arterie.”

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