“Non un semplice caffè ma un’esperienza”. Polemica per lo scontrino esagerato di due caffè a Porto Cervo. Ecco cosa è successo.
Questa è solo l’ennesima vicenda riguardante i prezzi shock di certe attività e strutture turistiche che, in cambio di una cosiddetta “esperienza”, fanno pagare cifre esorbitanti per dei prodotti di uso comune.
Non è però la prima volta che episodi come questo avvengono, ma anzi sembra essere in corso una vera e propria sfida, o “challenge” come dicono i più giovani, a chi fa pagare lo scontrino più salato. Gli esempi non mancano di certo: c’è Maranello, dove una cena a base di tigelle e gnocco fritto è arrivata a costare ben €825; e c’è ancora la Sardegna, dove per due panini e due caffè è arrivato un conto di €18.
Certo, a confronto di quanto pagato da due turisti romani in vacanza a Porto Cervo, quest’ultimo è di ben poco conto, ma non sembra arrestarsi la corsa sfrenata al rincaro dei prezzi giustificati con l’esperienzialità del viaggio. Può un’esperienza, per quanto autentica e corredata di prodotti di prim’ordine e massima qualità, superare di così tanto il valore logico dei prodotti stessi?
Nello specifico, può una semplice colazione a base di caffè, acqua e dolcetti, costare quanto una cena? La risposta più ovvia è certamente “no”, ma la realtà è un altro discorso. Sempre più spesso, soprattutto in località definite “di lusso”, i prezzi di prodotti semplici come caffè e acqua arriva a toccare cifre incredibili. La giustificazione? Non si paga il prodotto in sè, ma l’esperienza che si vive attraverso esso, le cosiddette “good vibes” che tutti cercano!
Sono due turisti di Roma in vacanza a Porto Cervo quelli che fanno scoppiare la polemica per lo scontrino ricevuto in un hotel della nota località sarda, che per “due semplici espressi accompagnati da acqua e cioccolatini” hanno dovuto pagare ben €60!
La motivazione dietro a un tale prezzo è, secondo i gestori del bar, l’esperienza esclusiva e irripetibile che i due avrebbero vissuto consumando il caffè in quel luogo, con quelle modalità, in quel preciso contesto. I due romani, sentendosi truffati, hanno raccontato il fatto ai giornali, scatenando l’ira popolare e sollevando la polemica sui social.
Per quanto si tratti di una località di lusso, è davvero necessario dover pagare €30 per un caffè? La situazione rischia di sfuggire di mano. Soprattutto il rischio è di generare una sorta di alibi o precedente per altre attività ricettive e di ristorazione che, vedendo un tale atteggiamento da parte dei colleghi, potrebbero sentirsi giustificate a fare lo stesso, causando un innalzamento dei prezzi esagerato e senza freni a scapito esclusivo dei turisti e dei consumatori!