SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si va sgonfiando il caso sollevato da Fabio Urbinati sulla diffida a Ceriscioli in contraddizione con la mozione approvata dal Consiglio comunale. Si tratta di una bozza che si è già deciso di modificare in conferenza dei capigruppo.
Spiega il consigliere di minoranza Giorgio De Vecchis: «Tante storie per una cosa che in commissione capigruppo avevamo già deciso di modificare. Non sarà che non si sanno più che pesci pigliare. Le risposte, e i dati, dovrebbero darle la Regione che ha la competenza in materia. Mettere bocca su una diffida prima di riceverla visto che si è tra i destinatari non è elegante».
Sulla stessa linea la consigliera del Gruppo Misto Rosaria Falco: «Non avrebbe dovuto ricevere la bozza, sarebbe come sottoporre al sindaco la bozza di una diffida nei suoi confronti. Ridicolo e scorretto».
Contrattacca la Falco: «La cosa più grave è che costui (Fabio Urbinati, ndr) tra le righe dà dell’ignorante ad un presidente laureato in medicina e chirurgia, con alle spalle almeno 35 anni di esperienza lavorativa, che ha messo la sua esperienza al servizio del comitato e del territorio, poiché asserisce che le delibere non le comprende.
Lui ahimè è in continua campagna elettorale perché la politica è l’unico impiego ben retribuito che ha. Se dovesse perdere il treno ora, sarebbe per lui difficilissimo ricollocarsi. E continua il canto del cigno».