SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Centro Agroalimentare sta vivendo una crisi. Si può ripartire, ma dal 2017 si è resa necessaria una pulizia di bilancio per fare chiarezza sul capitale sociale. Questo il responso degli amministratori del C.A.A.P., che in comune sciolgono il bandolo di una matassa ingarbugliata.
A chiedere conto è il presidente della III Commissione Bilancio Antonio Capriotti (Pd): “Leggo dati sconfortanti” dice il consigliere dem: «nel 2016 Il Centro è andato incontro ad una perdita di 298mila euro, nel 2017 849mila. La domanda è: sapete amministrarlo?»
La risposta dell’amministratore delegato Francesca Perotti è dettagliata: “Mi preme precisare che nel 2018 avremo ulteriori perdite, fino a 200mila euro” dice l’ad, insediatasi nel novembre 2017. Le perdite di quell’anno vennero sottoscritte da lei. «Però è stata un’operazione necessaria. Dovevamo “pulire” il bilancio da voci senza senso. Come ad esempio la minusvalenza sulle vendite, piuttosto che costose sopravvenenze in ambito legale, precedentemente mal contabilizzate». E ancora: «Abbiamo dovuto stornare tutti i crediti non esigibili, nonché i crediti d’imposta. A fronte di questo, però, abbiamo attuato una riduzione di costi da 1,7 a 1,1 milioni, dal 2017 all’annualità passata».
Il consiglio d’amministrazione e il comune adesso intendono procedere a una riqualificazione generale in vista della vendita. Il C.A.A.P. ormai di agroalimentare ha ben poco. L’ad Perotti parla di parziale desertificazione, nonostante il monte affitti riguardi l’80% delle pezzature. «Non svendiamo» frena Capriotti, «attendiamo il momento più propizio». «Per la vendita, proporrei di rivolgerci ad Amazon» propone Giorgio De Vecchis (Ripartiamo da Zero): «a loro un hub commerciale del genere potrebbe interessare»