SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In tutta Italia si continua a chiedere giustizia per Luca Fanesi, l’ultras rossoblù rimasto ferito a Vicenza il 5 novembre 2017 e addirittura colpito dal Daspo nei mesi scorsi.
A fare il punto della situazione ci pensa il fratello Max Fanesi, ex giocatore e dirigente della Samb. Queste le sue parole alla nostra redazione:
«Per prima cosa l’8 novembre ci sarà l’esito del ricorso alla Cassazione contro l’obbligo di firma per mio fratello e tutti i tifosi della Samb colpiti dal Daspo a causa dei fatti di Vicenza. Il 15 novembre, invece, finiscono definitivamente le indagini preliminari e noi chiederemo il rinvio a giudizio. Quel giorno entreremo in possesso di tutti gli atti, perché terminano gli ulteriori 6 mesi che la Procura ha chiesto di proroga. Tutto è a nostro favore, quindi sono fiducioso».
Fanesi passa poi a parlare del calcio giocato, dando un giudizio sull’attuale situazione della Samb:
«Penso che la squadra sia incompleta, soprattutto nei ricambi. Ci sono 11/12 titolari di buon livello, poi il resto sono scommesse che in un campionato difficile come questo non puoi permetterti. I giovani sono importanti, ma vanno inseriti gradualmente e in un ambiente come San Benedetto le cose andavano forse gestite diversamente. Nel momento più duro contro l’Imolese, però, ho visto un cambio di marcia: nel primo tempo era stato toccato il fondo, nella ripresa la squadra ha tirato fuori il carattere ed è riuscita a ribaltare tutto. Un carattere che ho rivisto anche a Fano e questo mi fa ben sperare per il futuro.
Ora bisogna uscire dalle parti basse della classifica e arrivare a gennaio nella migliore situazione possibile, poi credo e spero la società intervenga per rinforzare l’organico. Nelle ultime partite ho visto una Samb più compatta ed equilibrata, non poteva continuare ad andare tutto male. Ho sofferto anche io a vedere ultima la mia squadra del cuore, vivo di calcio e la Samb è sempre dentro di me».