Cartelle esattoriali cancellate: ecco come l’INPS può toglierti la pensione

Secondo una legge, l’INPS può toglierti la pensione se hai cartelle esattoriali cancellate: ecco chi non ha diritto alla pensione.

Inps e pensioni
Inps e pensioni – Adriatico24ore.it

Sembra assurdo, ma è la realtà: ci sono contribuenti che attualmente non hanno diritto alla pensione per via dei vecchi provvedimenti di sanatoria riguardanti le cartelle esattoriali cancellate. Facciamo chiarezza e vediamo chi sono i soggetti penalizzati.

Cartelle esattoriali cancellate

In passato sono stati presi dai Governi dei provvedimenti in materia di cartelle esattoriali, che oggi generano un’anomalia gravissima che fa perdere il diritto alla pensione per alcuni contribuenti. Infatti, anche se il contribuente non ha fatto nulla, l’automaticità di questi provvedimenti lo penalizza e con le cartelle esattoriali cancellate, l’INPS può togliere la pensione. Cerchiamo però di fare luce su questa materia così intricata.

Nello specifico, nel 2018 il DL n.119 ha introdotto la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali sotto i 1.000 euro solo se diventate ruolo entro il 2010. La successiva manovra di Bilancio 2023 ha decretato invece la cancellazione automatica delle cartelle fino al 2015. A questo punto va fatta una fondamentale divisione tra le cartelle inerenti tasse, imposte e tributi, e quelle riguardanti i contributi previdenziali. Le prime sono innocue, in quanto agevolazioni da parte del Governo senza effetti collaterali per il contribuente. Le seconde, trattandosi di versamenti che finiscono nel montante contributivo e che determinano il diritto alla pensione del lavoratore, sono quelle problematiche.

In parole povere quindi, la cancellazione delle cartelle esattoriali relative ai contributi previdenziali ha fatto sì che i contributi stessi non siano mai stati versati, e di conseguenza non sono utili per la pensione, né per il calcolo dell’importo, né per la maturazione del diritto

Chi è più penalizzato

Soggetti a rischio
Soggetti a rischio – Adriatico24ore

Ad essere maggiormente penalizzati da questo cavillo sono i lavoratori autonomi, che hanno usufruito della cancellazione di tutte le cartelle esattoriali. Per cercare di salvare il salvabile, alcune associazioni di lavoratori autonomi hanno fatto un pressing pesantissimo al governo, che lo scorso anno ha varato una salvaguardia, introducendo la possibilità di ripescare i contributi persi. Presentando una domanda all’INPS entro il 10 novembre 2023 e saldando la cifra dovuta entro la fine del 2023, i contributi sarebbero stati salvati in calcio d’angolo.

Il problema è che questo provvedimento non c’è più nel 2024, quindi, per ora, chi non ha sfruttato la salvaguardia del 2023, si trova a dover affrontare un problema non da poco. Sicuramente le associazioni di categoria dei lavoratori autonomi non smetteranno di far sentire la loro voce, ma allo stato attuale delle cose, chi non ha colto al volo questa opportunità si trova nella situazione di non aver maturato, per le cartelle esattoriali cancellate, il proprio diritto alla pensione.

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