SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Si sta facendo un po’ di confusione, quando parliamo di un atto di indirizzo del Consiglio Regionale delle Marche come fosse un atto deliberativo». Il consigliere del Pd Tonino Capriotti replica alle considerazioni della consigliera Rosaria Falco.
«Certo è che – continua Capriotti – spostare continuamente il problema non aiuta politicamente la città e soprattutto non aiuta alla soluzione dei problemi. Oggi la collega rivendica due ospedali di primo livello sulla base di una mozione vecchia, che non dice esattamente quello che viene riferito e dopo che il Consiglio comunale di San Benedetto nel mese di giugno ha votato un atto di indirizzo che invitava il sindaco e la giunta ad applicare la legge chiedendo un ospedale di I livello a Centobuchi in sostituzione del Madonna del Soccorso ed un ospedale di base ad Ascoli».
«Ritengo errato correggere questa posizione, come si sta tentando di fare. Bisognerebbe casomai riportare la discussione in Consiglio comunale».
Capriotti, insomma, ritiene che la diffida a Ceriscioli vada nella direzione opposta della mozione consiliare. «Perché – spiega – la mozione impegna il sindaco a perorare la causa dell’ospedale di I livello a Centobuchi e l’ospedale di base ad Ascoli. Mentre la diffida intima a Ceriscioli di realizzare due ospedali di I livello ad Ascoli e San Benedetto. Siccome si va ad interferire con un atto approvato nel consesso civico, si torni in Consiglio per approvare un atto definitivo e univoco.
Costoro sui due ospedali di I livello fanno quello che dice l’ex sindaco di Ascoli Castelli. Però il sindaco di San Benedetto ha un mandato chiaro dalla città. Ospedale I primo livello a Centobuchi ed uno di base ad Ascoli».
La diffida deve essere firmata dai consiglieri. Oggi alle 18 si svolge la riunione della minoranza per decidere chi firma e chi no.
Ancora Capriotti: «Il Consiglio Regionale faccia le sue valutazioni tenendo conto di tutti i contributi. A quanto mi risulta sta già modificando quella DGR. Sono certo che a tempo debito saranno note le variazioni apportate».
L’ammonimento: «Quello che non possiamo fare è modificare continuamente la nostra proposta, o cambiare continuamente l’argomento oggetto della discussione. Continuando così si perde di credibilità».