SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il collegio sindacale del Centro Agroalimentare Piceno si esprime contro il bilancio d’esercizio della società e giudica inadeguato il presupposto di continuità aziendale a supporto del Piano di Risanamento 2019-2023.
Una posizione nettissima: i revisori hanno giudicato inadeguate numerose stime contabili effettuate dagli amministratori e inadeguato anche l’utilizzo del presupposto di continuità aziendale, elemento che dovrebbe scongiurare la liquidazione delle quote societarie.
Bilancio. Il bilancio è descritto come una «rappresentazione non veritiera della situazione finanziaria e patrimoniale della società».
In particolare, il collegio contesta la quantificazione del debito tributario per quanto riguarda l’Imu. Per gli amministratori questo ammonterebbe a 347.590 euro, e le sanzioni sarebbero pari a 34.469 euro. Per i revisori, invece, il debito arriverebbe a 353.147,62 euro, e le sanzioni a 84.200,14 euro.
I revisori inoltre non approvano l’autodenuncia degli arretrati relativi al 2015 e 2016: gli amministratori cioè avrebbero presentato istanza di pagamento per queste annualità al Comune di San Benedetto. «Si ritiene che l’autodenuncia potrebbe comportare un avviso di un avviso di accertamento con sanzioni nella misura del 30%» scrive il collegio: «in mancanza di un’analisi che quantifichi i flussi e il fabbisogno per la gestione del suddetto periodo, la società non potrà adempiere a tale piano di pagamento».
I revisori, dunque, contestano la mancata iscrizione in bilancio delle sanzioni nella misura del 30%.
Piano d Risanamento. E’ l’altra nota dolente del parere. La stesura definitiva del 28 giugno 2019 «non risulta predisposta in maniera strutturata e presenta diverse lacune».
Nello specifico, i revisori evidenziano la mancanza di un planning finanziario, incoerenze nella quantificazione dei ricavi e nel calcolo degli ammortamenti.
E ancora. Il Piano prevede minori spese di manutenzione per la chiusura dell’Ittico, ma secondo il collegio la società dovrà comunque realizzare interventi di ripristino in compensazione dei canoni di locazione: interventi che tra il 2019 e il 2021 avrebbero un costo di circa 132mila euro.
La nota inoltre ritiene inattendibile la previsione di entrate da attività fieristica, convegni ed altri eventi, quantificata in 136mila euro nel quinquennio. Il motivo? Il Centro non sarebbe dotato di strutture idonee, ed anzi sarebbe penalizzato dal Palacongressi di San Benedetto.
Infine, i revisori considerano irraggiungibili alcuni ricavi da canone di locazione, per l’indisponibilità di numerosi locali.
Al termine della disamina, il collegio sindacale dichiara inoltre che, in base all’art.24 del D. Lgs. 175/2016, i soci pubblici non possono più esercitare diritti sociali nei confronti della società. Si ribadisce quindi un’interpretazione del Testo Unico delle Società Partecipate improntato sull’iter della liquidazione.
Pertanto i revisori fanno sapere che, se nell’appuntamento del 10 settembre dovessero essere riammessi i soci pubblici, chiederanno l’annullamento di qualsiasi atto approvato in sede assembleare.