Antibiotici, in Italia se ne consumano davvero troppi: l’avvertimento dei medici

L’avvertimento dei medici rivela una situazione preoccupante: in Italia, il consumo di antibiotici è effettivamente eccessivo, costituendo un fenomeno che richiede una seria riflessione sulle pratiche di prescrizione.

Uso eccessivo degli antibiotici
Uso eccessivo degli antibiotici

L’Italia, all’interno del contesto europeo, emerge come uno degli Stati con il più elevato consumo di antibiotici, distribuiti attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in regime di assistenza convenzionata, sia tramite le farmacie pubbliche che private, oltre agli acquisti effettuati dalle strutture sanitarie pubbliche.

Antibiotici: uso eccessivo

Secondo i dati forniti da Sanità33, nel 2021, la media del consumo di antibiotici nei Paesi dell’Unione Europea si attesta a 15,01 dosi giornaliere per ogni mille abitanti. Un confronto con le nazioni europee rivela che l’Austria si distingue come la più virtuosa, registrando solamente 7,21 dosi per mille abitanti. Al contrario, l’Italia si colloca al decimo posto, con un consumo di 15,9 dosi giornaliere di antibiotico per mille abitanti, superando di oltre il doppio la media austriaca.

Un aspetto preoccupante è l’inclinazione italiana verso l’utilizzo di antibiotici ad ampio spettro, i quali incidono maggiormente sullo sviluppo della resistenza microbica. Mentre in Europa il rapporto tra il consumo di molecole ad ampio spettro e quelle a spettro ristretto si attesta a 3,7, in Italia tale rapporto raggiunge un allarmante 13,2, quasi quattro volte la media europea.

Antibiotici in Italia
Antibiotici in Italia

Le disparità nel consumo di antibiotici non sono solamente riscontrabili a livello nazionale ma si estendono anche tra le regioni. Un’analisi approfondita rivela che le regioni del Mezzogiorno presentano un consumo del 75% superiore rispetto al Nord e addirittura del 28% in più rispetto alle regioni del Centro. La spesa pro capite per l’acquisto di antibiotici al Sud ammonta a 11,02 euro, mentre al Nord è inferiore alla metà, ossia 5,15 euro.

Quali sono i rischi

L’aspetto cruciale da considerare è il rischio connesso a un consumo eccessivo e irrazionale di antibiotici. Tali farmaci sono indicati esclusivamente per il trattamento di infezioni batteriche e devono essere assunti secondo prescrizione medica. L’assunzione impropria può portare allo sviluppo di resistenza antibiotica, complicando notevolmente il trattamento delle infezioni.

Un ulteriore aspetto da approfondire riguarda il tempo di smaltimento degli antibiotici nel nostro organismo. Dopo l’assunzione, il farmaco inizia ad agire e la sua permanenza nel corpo varia in base alla tipologia, alle condizioni di salute generale, alla durata del trattamento e ad altri fattori come peso corporeo e dose. Ad esempio, antibiotici comuni come la penicillina persistono nel corpo per 12-24 ore dopo l’ultima dose, mentre altre tipologie, come l’azitromicina, possono rimanere nel nostro organismo fino a 15 giorni dopo l’ultima assunzione.

Il dibattito sul consumo di antibiotici in Italia richiede un’attenzione particolare, non solo a livello nazionale ma anche regionale. È essenziale promuovere politiche di utilizzo responsabile degli antibiotici, sensibilizzando sia i professionisti della salute che il pubblico, al fine di preservare l’efficacia di questi importanti farmaci e proteggere la salute pubblica nel lungo termine.

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