SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La stagione dei super sconti si è appena conclusa con un andamento legato alle iniziative dei commercianti che hanno fatto squadra. Vincenzo Amato, presidente dei commercianti di Via Montebello, ci dice la sua.
Come è andata la stagione turistico 2019? È stata una stagione di sconti, che funzionano ancora…
«Sì, diciamo che la stagione è partita malissimo a maggio con il tempo cattivo, un disastro, e bisognava recuperare sul lavoro. Come stagione è senza infamia e senza lode anche se le iniziative sono state più importanti, ma dovute al caso. Meno turisti, lo dice una attenta lettura degli introiti dei parcheggi: i parchimetri hanno incassato di più grazie solo all’aumento del 20% del costo della sosta.
Ci confrontiamo con Rimini, Riccione. Briciole raccogliamo rispetto a loro: dobbiamo fare un salto di qualità, sapere quello che vogliamo, siamo scollegati da tutti i settori, pesca, turismo, commercio: il 15 agosto c’è il fermo pesca, gli hotel chiudono a fine stagione, le manifestazioni di qualità sono quelle che sono.
Anche Senigallia con il Jamboree comincia a avere problemi, la Croazia fa il boom, i paesi africani e asiatici sono sempre più sicuri, una piccola amministrazione non può essere proiettata a livello globale. I treni non ci sono, la ricchezza la fanno gli altri centri turistici a scapito nostro.
L’unica cosa ci sono tanti mercatini, che fanno anche un danno ai mercati settimanali. Ti devi confrontate con il mondo non puoi stare chiuso nel tuo municipio, devi pianificare manifestazioni significative che però finora non hanno avuto mai vita lunga qui da noi, tranne la Tirreno-Adriatica».
I turisti hanno comprato? Di cosa erano alla ricerca, oggetti in sconto o pezzi unici?
«Non abbiamo un merchandising ufficiale, un piatto tipico. Dovrebbe essere presentata in modo diversa la città, ognuno campa della propria esperienza e fa un po’, ma non c’è pianificazione, coordinamento, programmazione.
I turisti cercano gli affari, studiando questa tendenza capiamo quanto è necessario offrire anche dei pacchetti a un buon prezzo. Dobbiamo cercarli per farli venire, l’altra sponda dell’Adriatico è organizzatissima, noi invece dobbiamo ricreare tutto, non siamo all’altezza da soli.
Noi dobbiamo progettare la città, siamo già sotto gli ottanta hotel, i b&b stanno esplodendo ed è cresciuto il mangiare di strada».
Avete riscontrato presenze di stranieri?
«Come stranieri appena un po’ a giugno, qualcosa a settembre ma non è quel boom. La stagione dovrebbe andare da Pasqua a ottobre, e bisogna programmare iniziative in inverno, abbiamo bisogno di idee».
In generale, siete riusciti a riportare la gente in negozio con le varie iniziative.
«È stata bella la tre giorni di sconti di Pasquetta, poi l’idea della notte dei saldi del primo sabato di agosto, sono state iniziative in cui il rapporto di lavoro con un sabato normale va da 4 a 6 volte tanto».
Come si può pianificare il futuro della città e del suo centro dal punto di vista del turismo e del commercio?
«Ci vuole un city manager per pianificare. A breve, media e lunga scadenza: una città moderna che vuole combattere con altri centri turistici, che si trova nella fase in cui tanti b&b vanno in sostituzione agli alberghi, deve avere una strategia.
Una cosa che penso occorra fare è appellarsi ai cittadini illustri come ritengo essere ad esempio Mimmo Minuto, personaggi da interpellare. Bastano due dirigenti e un manager che li gestisca: noi siamo nostalgici, invece dobbiamo guardare al futuro, ai nostri nipoti».