I 3 trucchi che usa il FISCO per scoprire chi non paga le tasse, nessuno ha più scampo

Ecco quali sono i 3 strumenti che usa il fisco per stanare gli evasori. Non c’è scampo per nessuno!

Fisco
Fisco – Adriatico24ore.it

E’ ormai superata l’idea che dietro agli accertamenti fiscali ci sia un impiegato che si mette a scartabellare tutte le dichiarazioni dei redditi per trovare incongruenze sospette. Oggi il Fisco utilizza dei sistemi automatizzati di rilevamento di movimenti sospetti di denaro, e di poca linearità tra entrate dichiarate e uscite.

Il redditometro

Questo è sicuramente il software più noto dell’Agenzia delle Entrate, che se ne avvale per trovare gli evasori fiscali tra tutti i contribuenti. Il suo funzionamento è molto semplice: confronta le spese sostenute durante un periodo d’imposta (un anno solitamente) e i redditi in entrata dichiarati. Se da questo controllo risultasse che le uscite superano di più del 20% le entrate, scatta immediatamente l’allarme, e il Fisco chiederebbe spiegazioni sulla provenienza dei soldi utilizzati per sostenere quelle spese eccedenti il reddito.

Gli acquisti e i movimenti che fanno scattare il redditometro sono quelli relativi ai beni considerati di lusso, come macchine costose, canoni di locazione al di sopra del proprio stile di vita, immobili e viaggi esosi. L’Agenzia delle Entrate viene avvisata di queste spese perchè per sostenerle si deve fornire il proprio codice fiscale, che è una vera e propria targa che ci accompagna per tutta la nostra vita e ci “traccia” in modo univoco.

Prima di effettuare controlli inutili però, il Fisco deve tener conto anche di un’altra cosa, specificata dalla Cassazione: gli eventuali contributi di familiari e conviventi. In questo modo si può spiegare facilmente l’acquisto di un motorino da parte di un ragazzo che non percepisce reddito. Per evitare ogni tipo di dubbio, è preferibile che queste transazioni di denaro siano fatte in modo tracciabile, ossia tramite bonifico o assegno non trasferibile.

Redditometro
Redditometro – Adriatico24ore

Ecco un esempio di spesa sospetta, che fa scattare un controllo: un contribuente dichiara di avere come unica entrata uno stipendio di €900 e poi fa una vacanza da €6000, una settimana bianca da €2000 e acquista una macchina da €30.000. E’ chiaro che i conti non tornano e l’Agenzia delle Entrate convocherà la persona per chiedere delucidazioni circa la provenienza dei soldi utilizzati per sostenere quelle spese, e il contribuente dovrà fornire le dovute prove di legittimità delle entrate.

Il risparmiometro

Analogo al redditometro per funzionamento, il risparmiometro non prende in esame le spese, ma i risparmi. Monitora quindi la corrispondenza tra i risparmi e il reddito dichiarato.

Ecco un esempio: un contribuente dichiara come sua unica entrata uno stipendio da lavoro dipendente e poi svolge una seconda attività remunerativa non dichiarata, e che non versa sul conto corrente. La persona utilizza queste entrate per far fronte alle spese quotidiane quali supermercato, abbigliamento ordinario e benzina. A fine anno risulta che il contribuente non ha mai fatto un prelievo, e questo è certamente insolito: come può mantenere se stesso e la sua famiglia senza mai prelevare soldi dal conto corrente su cui arriva la sua unica entrata dichiarata? 

risparmiometro
risparmiometro – Adriatico24ore

L’anagrafe dei conti correnti

Il Registro dei rapporti finanziari, comunemente detto “anagrafe dei conti correnti”, non è altro che un enorme database in cui le banche inseriscono annualmente tutte le informazioni in loro possesso sui conti correnti aperti presso i loro istituti. Questo vuol dire che attraverso questo registro, l’Agenzia delle Entrate è in grado di sapere tutto ciò che un contribuente fa con i propri soldi, dai versamenti ai bonifici, dai prelievi al saldo conto.

Se si incappa in un controllo fiscale, è bene sapere che il Testo Unico sulle imposte e sui redditi prevede un’inversione dell’onere della prova. Questo vuol dire che deve essere il contribuente a dimostrare che i bonifici o versamenti in entrata sul proprio conto corrente sono esentasse, quindi derivanti da donazioni o redditi già tassati alla fonte, come ad esempio una vincita al gioco. Se questa prova non viene fornita, scatta il controllo fiscale!

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