SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Geneviève, la mozione contro l’ubicazione al parco bau della prora della nave da pesca è stata respinta dal Consiglio comunale riunito nella mattinata di sabato 20 ottobre. La mozione è stata bocciata con 15 no, 7 sì e un non voto. Il consigliere del gruppo misto Pasqualino Marzonetti ha votato con la maggioranza.
«Una comunità senza storia – le parole di Marzonetti – non ha futuro, se è vero che questo concetto è presente nella nostra cultura, è vero anche che una polemica di chiara connotazione politica non permette all’amministrazione di dare un futuro ad un progetto pensato e condiviso da tempo, utile a rimarcare la storia e le attitudini della nostra gente.
Un simbolo deve essere rispettato e valorizzato in ordine a quello che ha rappresentato durante il suo trascorso. La Geneviève è già presente nella storia sambenedettese per vari motivi, in primis per quello che ha rappresentato durante il suo periodo di attività.
La pesca atlantica della marineria sambenedettese ha tracciato un’epopea unica e forse irripetibile, la nostra storia è marcata dal sacrificio di tanti pescatori che, lontano da casa, vivevano il loro lavoro. È giusto non dimenticare, è giusto non perdere del tutto il ricordo come, purtroppo, è accaduto con le caratteristiche paranze.
Questa mozione, circa la collocazione della prua della nave Geneviève, va ad alimentare una sterile polemica, in quanto mi sembra più che naturale posizionare il frammento a ridosso del mare. Tale installazione è in linea pienamente con quello che è stato lo sguardo naturale di coloro che insieme alla nave erano protagonisti di lunghi viaggi e di campagne di pesca.
Una città di mare ha una caratteristica, la stagione invernale è caratterizzata dall’assenza proprio delle navi, la sola presenza della Genèvieve darebbe quel senso d’estate permanente e di vita continuativa espressa dal ricordo e dall’opportunità di solcare ogni giorno le onde che la stessa nave si trova davanti».
Continua Marzonetti: «La location, a mio avviso, non va a sovrapporsi alla scultura di Nespolo anzi essa si lega ad una logica continuità di quello che è l’intero quadro della vita sambenedettese. Lei rappresenta la radice che si collega al tronco per elevarsi a contatto di una quotidianità che è disegnata perfettamente negli occhi di tutti noi sambenedettesi.
Questa nave non è un frammento di storia, è la storia, non esistono frammentari ricordi, esistono invece simboli che testimoniano da soli quello che è stato e quello che sarà l’essere sambenedettese. I rumori dell’estate la Geneviève li ha vissuti, molte volte è stata guardata molte volte, ha prodotto svago al suo ritorno proprio per festeggiare quei ritorni successivi a vere e proprie imprese colte nella vita e lungo le rotte marine.
Infine, in ordine a quello che viene definito il destino ultimo, cioè ritornare in prossimità del porto e del museo, mi sento di osservare che proprio questi luoghi non appartengono alla Geneviève, una nave è nave quando lascia il porto per solcare le onde impetuose, una nave non trova la sua naturale posizione nel caldo e nella staticità di un museo, la zona del parco bau – conclude Marzonetti – dà modo alla Genevieve di sentire le onde, dà modo di sentire la brezza marina, dà modo di vivere anzi di continuare a vivere in sintonia con le acque del mare sue compagne di vita».